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Soltanto un gesto disperato

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Ognivotazione diventa un calvario. E mentre la coalizione agonizza, nella maggioranza qualcuno pensa al dopo. A una soluzione istituzionale per evitare il voto, ma c'è chi vuole le elezioni preferendo passare all'opposizione piuttosto che dare il via libera a una riforma elettorale che potrebbe penalizzarlo. Tanti interessi particolari, contrastanti e in mezzo c'è Prodi, rimasto aguidare un esercito ormai in rotta. In questo quadro appare velleitario quel suo «esigere» il rispetto dei patti. Prodi ha poco da pretendere tanto che allontana l'eventualità di ricorrere alla fiducia, una strada che potrebbe evitare lo stillicidio di sconfitte, ma che in caso di esito negativo lo costringerebbe alle dimissioni. Così lancia appelli, tira a campare mentre intorno a lui è il caos. Per rimettere insieme i pezzi ci vorrebbe un miracolo. Ma questo non è nelle prerogative di un premier. Così la richiesta di dimissioni dell'esecutivo e di un ritorno alle urne non è uno slogan propagandistico. Ora è una necessità per il Paese.

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