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Il Fmi: «Preoccupati per le riforme Delusi sul tesoretto»

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Se da un lato gli Usa (e di riflesso Eurolandia e Giappone) frenano, la Cina (+11,5% nel 2007 e +10% nel 2008) sarà per la prima volta nella storia «il maggior contributore» al Pil globale. Secondo il World economic outlook, che è stato presentato ufficialmente oggi, i Paesi emergenti, pur accusando qualche lieve colpo, bilanciano l'incertezza delle economie più sviluppate, con Cina, India e Russia che peseranno per il 50% nella crescita globale, come già fatto nell'ultimo anno. Sui conti pubblici italiani, gli esperti del Fondo diretto da Rodrigo de Rato (nella foto) stimano un deficit al 2,1% nel 2007 e al 2,3% nel 2008 (il debito-Pil è rispettivamente al 105,3% e al 104,2%), oltre a ricordare che in base al Patto di Stabilità i Paesi dell'area dell'euro «che non hanno ancora raggiunto i propri obiettivi di medio termine sono tenuti a fare aggiustamenti di almeno lo 0,5% di Pil all'anno». Obiettivo che «sembra improbabile da raggiungere in alcuni Paesi tra cui Francia (che ha recentemente approvato un pacchetto di tagli di tasse) e in Italia (dove il governo ha ridotto l'aggiustamento di bilancio per il 2007 nonostante il significativo aumento delle entrate)». Giudizio positivo, invece, sul mercato del lavoro (il tasso di disoccupazione è atteso al 6,5% quest'anno e stabile nel 2008), con un apprezzamento per l'introduzione della Legge Biagi e il progressivo restringimento del cuneo fiscale che grava sul lavoro dipendente. «Il governo italiano ha un piano di riforme ambizioso, ma ha difficoltà ad attuarle», spiega il vice direttore del dipartimento ricerche dell'Fmi, Charles Collyns. «C'è delusione per il fatto che il governo non sia stato in grado di realizzare le riforme in programma». È importante, conclude, «avere un mercato del lavoro flessibile e dinamico perché? aumenterebbe l'occupazione, mentre la riforma delle pensioni può aiutare la sostenibilità del sistema, visto l'invecchiamento della popolazione».

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