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Bertinotti ora corteggia Donna Assunta

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Tanto che alla fine, quando l'ex leader di Rifondazione Comunista è sceso dal palco per salutare gli spettatori, è stato avvicinato da donna Assunta Almirante che gli ha sussurrato: «Ma lei è bravissimo, ha sbagliato mestiere doveva fare l'attore». E il galante Fausto ha ricambiato con baci e abbracci. Svestiti dunque i panni dell'austero presidente della Camera, messi da tempo in naftalina quelli del «barricadero» leader della sinistra di lotta e di popolo, Bertinotti ultimamente è molto più attratto dalla scintillante vita notturna della capitale. E chissà cosa pensano di questa «doppia vita» gli operai e le operaie ai quali dedicò, nel discorso di insediamento, la sua elezione a presidente della Camera. Ultimamente, insieme alla moglie Gabriella, è presente a molti avvenimenti mondani: una settimana fa era alla festa offerta da Enrico Cisnetto alla Casina Valadier, stasera sarà al Sistina per il concerto che inaugura la Festa del Cinema di Roma. E, tra un impegno e un altro, non ha rifiutato neppure di recitare. L'offerta gli era stata fatta quest'estate dal regista Franco Però e Bertinotti, che è un amante del teatro, si è messo diligentemente a studiare la parte, un monologo di una decina di minuti nel quale recita il discorso che Piero Calamandrei fece in difesa di Danilo Dolci. I fatti si riferiscono al 1956, quando Dolci organizzò uno sciopero «alla rovescia», portando centinaia di braccianti siciliani a lavorare gratuitamente per ripristinare una strada: un gesto gratuito e fortemente simbolico, per chiedere il lavoro e per ricordare il diritto che la Costituzione riconosce alla dignità dei lavoratori. Bertinotti ha letto il discorso con voce ferma e con toni accesi e convincenti, meritando un caloroso applauso alla fine del suo pezzo. Passata la serata di festa, ieri il presidente della Camera si è rimesso il suo vestito istituzionale ed è tornato ad occuparsi di temi più vicini a quei lavoratori che per anni lo hanno celebrato come leader. Così è intervenuto sul protocollo sul welfare, definendo un fatto positivo l'intesa raggiunta per tradurre in legge l'accordo sul lavoro del 23 luglio. Bertinotti non è entrato nel merito, rispettando il suo ruolo, ma ha ricordato che «toccherà al Parlamento valutare nel merito ed eventualmente modificarlo, secondo le prerogative del Parlamento, che sono sovrane». Poi commentando la valutazione del ministro Damiano che considera «definitivo» questo testo, Bertinotti ha detto: «Evidentemente il ministro intende che non è modificabile per il Governo che è contraente degli accordi. Il Parlamento non lo è ed è sovrano nelle sue valutazioni». Bertinotti è intervenuto anche sul tema della legge elettorale a proposito della richiesta della Cdl di spostare il confronto dal Senato a Montecitorio: «Piuttosto che iniziare una discussione sul dove è meglio accelerare la discussione sul cosa e sul quando, perché il tempo è un fattore dirimente».

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