Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Berlusconi: «Rifiutate le nostre proposte di rafforzare il contingente italiano»

default_image

  • a
  • a
  • a

È stata dura prendere una decisione, fare i conti con diverse situazioni e con possibili incrinature di rapporti, nazionali e internazionali. Ma il verdetto finale è che oggi in Senato Forza Italia, An e Lega si asterranno dal votare il decreto di rifinanziamento delle missioni all'estero. Del resto Silvio Berlusconi, dopo la gestione della vicenda di Mastrogiacomo (che a lui proprio non è piaciuta) l'aveva detto sin da subito che il voto non sarebbe stato «per niente scontato», anzi. E così è. Dopo vari incontri, telefonate, riflessioni il Cavaliere ieri sera, arrivando alla manifestazione sulla sicurezza a Milano, annuncia che «Forza Italia si asterrà nella votazione al Senato». Insieme a Fi si asterranno An, Lega e anche la nuova Dc e il Pri. Perché questa decisione? Berlusconi lo spiega leggendo un comunicato ufficiale che porta la firma del centrodestra. «La maggioranza ha respinto finora le richieste di rafforzare e di mettere in sicurezza i soldati italiani in Afghanistan, modificando in modo sostanziale il decreto». E non solo. Bisogna anche considerare, che «la situazione in Afghanistan si è molto aggravata, anche per i comportamenti devastanti in politica estera del governo della sinistra». E dunque astensione sia. Una decisione questa che arriva dopo una giornata dedicata, da parte del presidente di Forza Italia, a incontrare i suoi alleati. Chiaramente tutti tranne uno, cioè l'Udc, che conferma invece il suo «si». La Cdl così arriva questo pomeriggio a palazzo Madama con l'ennesima spaccatura: Berlusconi, Fini e Bossi da una parte e il mancato «figliol prodigo» Casini dall'altra. Anzi per tanti questo è il segnale della rottura definitiva che da mesi oramai aleggiava tra il leader azzurro e l'ex presidente della Camera ma che veniva sempre rimpallata tra le parti. Oggi invece, praticamente è ufficiale. Il Cavaliere (e non solo lui) ci ha provato, se pur non direttamente, a far ragionare i suoi amici centristi ed evitare lo strappo. Ma niente da fare. Casini sin dalle prime ore della mattinata, a scanso di ogni equivoco aveva ribadito il proprio pensiero. E il proprio appello a Berlusconi a decidere per il meglio, convinto, spiega, che «il compito della politica è dire con chiarezza ai moderati che non si può perdere l'onore dell'Italia per un interesse politico». Di fronte alla fermezza del leader Udc, però, la scelta dello strappo è apparsa per Berlusconi obbligata. «Casini non può pensare, con il 4% dei consensi, di dettare la linea dell'intera opposizione», avrebbe sottolineato. E così più passavano le ore più il Cavaliere si convinceva del fatto che era giusto perseguire la strada dell'astensione, tra l'altro richiesta con forza da tutti i colonnelli del suo partito. Prima ha sentito gli uomini di An, poi ha riunito Umberto Bossi e i vertici del Carroccio ad Arcore. Subito dopo ha incontrato i suoi, tra cui Paolo Bonaiuti e Fabrizio Cicchitto. Infine ha deciso. Parole dure, raccontano i partecipanti all'incontro nella residenza del Cavaliere, sono state spese contro chi avrà oggi il compito di "tenere in vita Prodi". «Non saremo noi, avrebbe ragionato Berlusconi con la Lega, a sostenerlo. Lasciamo che siano altri a farlo», ovvero l'Udc, che sarà "responsabile" di non far cadere il governo. È un ragionamento irritato quello fatto da Berlusconi nei confronti di Casini ma è anche il ragionamento di un leader di opposizione convinto oramai a non concedere altro spazio ai centristi. Del resto, questa volontà, l'ha espressa diverse volte in passato, sottolineando una sorta di ingratitudine da parte di Casini, il quale nonostante abbia sempre avuto tutto quello che voleva compreso il fatto di diventare la terza carica dello Stato, abbia sempre remato contro. E allora, è giusto per Berlusconi che a questo punto tutti sappiano chi oggi tiene in piedi Prodi. Per l'ex premier, infatti, ora Casini dovrà spiegare la posizione dell'Udc ai suoi elettori, visto che «la gente vedrà che è solo lui a salvare il governo». Forza Italia punta dunque su un'astens

Dai blog