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Il tribunale blocca il provvedimento che porta a un grammo la quantità legale di cannabis

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Il provvedimento ha innalzato da 500 milligrammi a un grammo la quantità massima di detenzione di cannabis al di là della quale scattano le sanzioni penali. A deciderlo sono stati i giudici della III sezione quater, presieduta da Mario Di Giuseppe, che hanno pubblicato ieri la loro ordinanza con la quale hanno accolto le richieste del Codacons e di una cooperativa sociale-comunità terapeutica di Taranto. Il ministro ha annunciato ricorso. I giudici amministrativi hanno ritenuto che la Legge «non conferisca al Decreto un potere politico di scelta in ordine alla individuazione dei limiti massimi delle sostanze stupefacenti o psicotrope che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzione penali». Bensì «un potere di scelta di discrezionalità tecnica, soprattutto per quanto attiene alle competenze del Ministero della Salute». Non solo. Il Tar ha anche ritenuto che, nel caso specifico, «la scelta effettuata con il decreto impugnato non risulta supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore». «Rispetto tutte le sentenze, per questa farò ricorso al Consiglio di Stato perchè c'è un dato tecnico-giuridico che mi pare infondato», ha replicato il ministro della Salute. Il dato cui fa riferimento Livia Turco è il fatto che non possa intervenire la discrezionalità politica. «Non è così - spiega - sulla base della legge Fini-Giovanardi, nè sulla base degli atti della commissione insediata dal governo precedente, che stabilisce che sulla definizione della soglia massima di cannabis ci sia una discrezionalità politica. Se è invalidato questo decreto è invalidato anche quello precedente e la legge Fini-Giovanardi. Al contrario di quanto sostiene il Tar del Lazio, infatti, la legge Fini-Giovanardi, nell'ambito della quale ho emanato a novembre il decreto di revisione della quantità massima detenibile di cannabis oltre la quale sono previste sanzioni penali, non offre al Ministro della Salute alcun criterio tecnico per determinare tale quantità». La stessa Commissione scientifica, insediata dall allora Ministro Storace per determinare i quantitativi di sostanze stupefacenti ai fini della prescrizione delle sanzioni, ricorda il ministro, «concluse i suoi lavori segnalando l'impossibilità di una valutazione tecnica che fosse sostituiva della decisione politica. E ciò proprio in riferimento alla determinazione delle quantità massime detenibili senza incorrere in sanzioni penali. La decisione - aggiunge Turco - spetta al Ministro, sostennero allora i tecnici nominati da Storace. Da ciò si deduce che, qualora anche il Consiglio di Stato dovesse confermare gli orientamenti del Tar, si potrebbe ritenere annullabile anche il vecchio decreto "Berlusconi-Storace", rendendo di fatto inapplicabile la stessa legge Fini-Giovanardi alla quale mi sono strettamente attenuta nella formulazione del nuovo decreto». Il ministro, poi, sottolinea che «al di là degli aspetti giurisprudenziali, c è la forte necessità di una profonda revisione» della legge Fini-Giovanardi. «Serve una nuova normativa per le tossicodipendenze - aggiunge Turco - che riaffronti globalmente metodi e scopi della lotta alla droga, facendo prevalere nei confronti dei tossicodipendenti gli aspetti della prevenzione, della cura e della riabilitazione rispetto a quelli repressivi. Su questa linea darò il mio contributo al ddl in via di definizione da parte del Governo, e annuncio sin da ora il mio impegno a potenziare servizi e strutture per la prevenzione e l educazione sanitaria contro tutte le droghe, con particolare attenzione ai giovani».

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