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Bertinotti: «Ora bisogna fare presto» La legge in aula la settimana prossima

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Arriva anche l'altolà di Fausto Bertinotti. Il presidente della Camera rivolge in pratica un appello affinchè si proceda con il provvedimento che limita la divulgazione delle intercettazioni telefoniche: «Del resto - continua Bertinotti - il lavoro è già avviato. Credo che abbia bisogno solo di una accelerazione, ma come si sa il lavoro di commissione è molto avanti e io penso che abbiamo bisogno di una accelerazione conclusiva». Per il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, un'accelerazione del disegno di legge sulle intercettazioni alla Camera, dopo le vicenda «vallettopoli», sarebbe un fatto «positivo e importante. Non per me ma per il Paese», ribadisce il Guardasigilli che sottolinea anche come il governo, in questa materia, «non può fare più nulla: ora tocca al Parlamento». Secondo Mastella, il ddl sulle intercettazioni dovrebbe andare in aula subito dopo il decreto Bersani: «Questo mi pare l'accordo. Una accelerazione sarebbe positiva, ma il governo non può più fare nulla. Io, per quel che riguarda l'importanza e l'urgenza del provvedimento resto fermo a sette mesi fa: era importante allora, è importante oggi». Ma che fine ha fatto quel testo? È calendarizzato in Aula a Montecitorio da fine gennaio ma «fermo» al quarto punto dell'ordine del giorno. «Il testo è pronto, si potrebbe cominciare già oggi - dice il relatore, Lanfranco Tenaglia (Margherita) -. Ci sono ancora punti su cui discutere, ma si possono sempre presentare emendamenti in Aula». Le questioni aperte, spiega, «riguardano la gestione dei costi delle intercettazioni, onerosi per il ministero della Giustizia, le motivazioni delle stesse e l'inserimento dei contenuti, perché bisogna tutelare la privacy ma anche garantire il diritto alla difesa». Tutte questioni che si possono risolvere in Aula, secondo Tenaglia: «Auspico che nella prossima capigruppo ci sia una "dichiarazione d'urgenza" per il provvedimento», in modo da metterlo all'ordine del giorno dopo il provvedimento sulle liberalizzazioni e non più, come ora, al quarto punto dopo la proosta di legge sul Garante dei detenuti e quella per l'italiano lingua ufficiale della Repubblica. Cosa "possibile", secondo il vice presidente della Camera Carlo Leoni, e sulla quale concorderebbe anche la Cdl. Dopo le ultime vicende, dice Enrico La Loggia (Forza Italia), serve «un confronto» sul ddl Mastella. L'oggetto è il ddl sulle intercettazioni, che tarda ad approdare all'esame dell'aula di Montecitorio. Un ottimista ministro dell'Interno Giuliano Amato vede «un lato positivo in questa vicenda: la spinta per lavorare» al testo perchè lasciarlo cadere «è stato un errore». Tutti d'accordo nell'ingranare la marcia, quindi. Tranne l'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, per il quale il testo di Mastella «disciplina le intercettazioni illegali mentre le notizie di questi giorni sono frutto di intercettazioni legali, sul quale il ddl non interviene». Non è vero, gli replica il sottosegretario Luigi Li Gotti, il disegno di legge mette ordine proprio sulle intercettazioni legali. A spingere sul varo della legge è anche il presidente della commissione Giustizia della Camera, Pino Pisicchio: «Il caso del portavoce del governo rappresenta l'ennesimo episodio di una catena che ha già registrato fin troppe vittime negli ultimi mesi, catena che sarebbe stata interrotta se l'Assemblea di Montecitorio avesse avuto la possibilità di votare il provvedimento che è iscritto all'ordine del giorno dell'Aula dal mese di gennaio», osserva Pisicchio. «La nostra Commissione - spiega - ha lavorato con impegno su un testo ed ha trovato un'intesa molto larga, come avviene quando la valutazione delle norme riesce ad evitare la sofferenza di pregiudizialità ideologiche. Dettagli non stravolgenti l'impianto della legge avrebbero potuto trovare in Aula punti di convergenza utili, e in questo senso si stava muovendo il relatore».

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