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E le posizioni cominciano ad ammorbidirsi

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E la trattativa è già cominciata per scongiurare uno scontro diretto fra governo e ala radicale sul voto per rifinanziare la missione italiana in Afghanistan. Uno scontro che potrebbe danneggiare l'esecutivo e l'Unione. Se non, addirittura, mettere a rischio la stabilità di Prodi a Palazzo Chigi. Ma, come dicevamo, si sta trattando. E il risultato si è fatto già vedere, con l'ammorbidimento di alcune posizioni da parte di esponenti dell'«estrema sinistra» e dei Verdi. «Sono certo che l'Unione saprà mantenere gli impegni presi a giugno e garantire una svolta alla missione in Afghanistan - ha detto ieri il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio - Le stesse parole del ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che ha riconosciuto la necessità di un cambio di strategia, devono essere una base di partenza per realizzare quella discontinuità prevista fin da giugno. Le dichiarazioni della Cdl - ha concluso Pecoraro Scanio - sono solo "polpette avvelenate" per tentare l'ennesimo tranello al governo Prodi». Gli ha fatto eco il capogruppo del Prc al Senato: «Il confronto politico che attende il governo sulla missione in Afghanistan - ha spiegato Giovanni Russo Spena - non riguarda l'ipotesi di un ritiro delle truppe, che sarebbe auspicabile e necessario ma al momento non appare praticabile. Però, se il governo punta davvero a un cambio di strategia in Afghanistan, deve dire cosa intende fare per raggiungere l'obiettivo, quale strategia alternativa propone e quali tempi vuol darsi, pur senza fissare date precise, per verificare la possibilità di praticare questo cambio di strategia. Su questa base il confronto nella maggioranza è certamente possibile». Torniamo alla trattativa, più o meno «segreta». A quanto pare, sulla questione della base Usa a Vicenza si sta lavorando a una specie di referendum ufficioso, un'iniziativa di consultazione dei cittadini coinvolti per risolvere i problemi logistici che l'ampliamento della struttura comporta. Sul decreto, invece, i Ds avrebbero avviato un lavoro di ricucitura con Rifondazione Comunista (si è parlato di colloqui, ufficialmente non confermati, tra i segretari Giordano e Fassino) che riguarderebbero anche il «nodo» vicentino. E non è escluso che il governo (per ora non disponibile a riscrivere il decreto sul rifinanziamento) pensi a portare un anno la durata del voto sul finanziamento della missione per evitare polemiche e tensioni semestrali. Intanto, oggi D'Alema ha un doppio appuntamento a Bruxelles. Oltre a partecipare al Consiglio dei ministri degli Esteri Ue, compirà una breve visita al quartier generale della Nato dove incontrerà il segretario generale dell'Alleanza Jaap de Hoop Scheffer. Al centro del colloquio con il segretario della Nato, la situazione della missione Isaf in Afghanistan, le prospettive in Kosovo all'indomani delle elezioni in Serbia e il dialogo della Nato con i paesi del Mediterraneo. Alla riunione dei ministri degli Esteri, invece, D'Alema esporrà la posizione italiana sulla questione della moratoria delle esecuzioni capitali, in prospettiva di un'abolizione totale della pena capitale.

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