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Dal Kosovo al Darfur

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Tutti gli impegni del «tricolore»

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Ma l'impegno del nostro Paese per la pace e gli interventi umanitari non si è fermato all'Iraq e all'Afhganistan, anche se le polemiche hanno coinvolto solo queste due iniziative. Le truppe tricolori sono intervenute nei Balcani per contribuire al consolidamento del processo di stabilizzazione di quell'area. In Kosovo, addirittura, il contingente italiano in seno a Kfor, con i suoi 2200 uomini, è quello più numeroso dopo quello tedesco. E dal primo settembre 2005 il comando dal Kfor è retto da un italiano, il generale Giuseppe Valotto. Ma, oltre al Kosovo, all'Albania, alla Bosnia, i nostri soldati sono stati impiegati in Medio Oriente. A Hebron, in Cisgiordania; lungo il valico di Rafah, che assicura l'unico accesso internazionale alla striscia di Gaza; e, recentemente, in Libano. Il primo febbraio è finita la missione Nato in Pakistan, che ha visto l'Italia impegnata nella ricostruzione del dopo terremoto dell'ottobre 2005. I nostri soldati hanno partecipato, poi, a missioni in Indonesia e in Darfur. dove l'emergenza umanitaria è di proporzioni impressionanti. Qui, per la prima volta, l'Unione Africana ha chiesto specificamente l'assistenza dell'Alleanza Atlantica per combattere la crisi in un'area di non abituale impegno Nato. I militari del Belpaese, infine, sono stati chiamati a prestare la loro preziosa opera in Congo, nel Sahara Occidentale, in Etiopia e in Eritrea.

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