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Il leader della Cdl fissa i paletti no al doppio turno e a stravolgimenti

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Il che significa niente fughe in avanti sulla legge elettorale con il rischio di lasciarsi indietro gli alleati soprattutto la Lega che sul tema ha alzato un muro. Ma soprattutto evitare di alimentare le voci di «inciuci» con i Ds da richiamare alla memoria la sfortunata stagione della Bicamerale. Così ieri a Arcore il Cavaliere ha riunito i vertici di Forza Italia, il coordinatore Sandro Bondi e il vice Fabrizio Cicchitto, e il leghista Ando Brancher per dare una consegna chiara: la discussione sulla riforma della legge elettorale si può portare avanti ma con alcuni distinguo. Che sono: no al doppio turno, salvaguardia del sistema bipolare, nessun stravolgimento della legge attuale ma solo alcune modifiche accogliendo lo schema del professor D'Alimonte. Inoltre il confronto su questo tema non deve distogliere l'attenzione su quello che sta facendo Prodi in altri settori. Tant'è che a breve Berlusconi terrà una conferenza stampa per fare il punto su quello che il governo ha fatto di negativo finora. Sarà una sorta di libro nero della prima fase della legislatura di Prodi. Nel vertice di Arcore è stato deciso anche un convegno di Forza Italia sulla Finanziaria per mettere in evidenza in che misura è stata penalizzante per i risparmi dei lavoratori, per lo sviluppo del Paese e per le imprese. Questi due appuntamenti saranno la risposta della Cdl e in particolare di Forza Italia al vertice di Caserta. Insomma mentre la maggioranza si appresta a varare la fase due, quella delle riforme, il centrodestra segnerà con l'evidenziatore le «bugie» sui conti pubblici sventolate dal governo per giustificare una Finanziaria penalizzante e poi attribuirsi i risultati positivi del bilancio dello Stato. Con la conferenza stampa Berlusconi intende dare quel colpo d'ala all'opposizione reclamato dalla base degli elettori e tornare sulla ribalta dopo la pausa dell'intervento al cuore. Ed è proprio in vista di questa nuova fase anche per la Cdl che Berlusconi preferisce non spingere troppo avanti la discussione sulla riforma elettorale. Vuole evitare di incrinare il rapporto con la Lega e mettere a dura prova quello con An e Udc. Giovedì Bondi e Cicchitto incontreranno il ministro dei Rapporti con il Parlamento, il Ds Vannino Chiti, come era stato fissato da giorni ma difficilmente ne uscirà qualcosa di sostanzioso. Un segnale del clima è dato dall'incontro che si terrà stamane tra il segretario dell'Udeur e ministro Clemente Mastella e il leghista Maroni per un esame delle ipotesi di riforma della legge elettorale. Chiosa il capogruppo dell'Udeur Fabris: «Ci sembra di aver colto importanti elementi di convergenza con la Lega per quanto riguarda la volontà di frenare l'iniziativa referendaria trasversale di chi vorrebbe, a destra come a sinistra, costruire un bipartitismo che non potrebbe rappresentare la realtà del nostro Paese». Ma il segretario Ds Piero Fassino rilancia: «Smettiamola con le mosse, le finzioni e la tattica. Ci si sieda attorno ad un tavolo per una legge elettorale più civile». E poi: «Nessun pericolo per il governo. Bisogna raccogliere l'appello di Napolitano per una legge meno barbara di quella attuale». Ma Rifondazione e Verdi frenano. Il ministro Pecoraro Scanio ribadisce che «ben altre sono le priorità del Paese che non una legge elettorale» mentre il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena avverte: «Il no di Forza Italia al doppio turno dovrebbe aver eliminato le ultime illusioni di quanti, nell'Ulivo volevano forzare sulla riforma elettorale proprio nella speranza di conquistare il doppio turno e di usarlo per mettere nell'angolo l'ala sinistra della coalizione». E poi: «È chiaro che ogni tentativo di forzare i tempi sulla riforma elettorale e di vararla in sedi diverse da quella propria, che è il Parlamento, possono portare solo confusione e tensioni nella maggioranza».

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