Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Torna la maledizione degli ex

Esplora:
default_image

Il Prof ha paura dei predecessori, Amato, D'Alema e Dini, che lo criticano

  • a
  • a
  • a

Perché, suggeriva un vecchio adagio, prima o poi ci riprovano a riprendersi l'ufficio di Palazzo Chigi. E anche Prodi, che proviene da quella scuola, l'avrebbe seguito volentieri questo consiglio. Infatti è riuscito a tenere fuori Lamberto Dini. E infatti Lamberto Dini non manca occasione di pizzicarlo sulle pensioni, sull'eccessivo sbilanciamento a sinistra nelle scelte economiche, nel poco spazio al riformismo. Tanto che ormai a Palazzo Chigi temono, ma sbagliando, che stia tramando con il centrodestra. Ma se con Dini ha funzionato, con altri il Prof non ce l'ha fatta. S'è ritrovato dentro l'esecutivo Massimo D'Alema, con il quale c'è una vecchia ruggine che risale al '98 quando il primo governo del Professore cadde e al suo posto ci andò l'allora segretario dei Ds. Tra i prodiani di ferro è forte ancora il sospetto che possa riaccadere. Probabilmente avrebbe fatto a meno di Giuliano Amato. Perché di lui sospetta di intelligenza con il nemico, di avere un rapporto stretto con Silvio Berlusconi. Troppo. Che il Cavaliere peraltro non ha mai nascosto. Come quando il 27 gennaio dell'anno scorso ammette candidamente che Amato «è un mio amico». E conferma il 16 febbraio quando — era ancora premier — gli viene chiesto quale esponente di centrosinistra potrebbe ricoprire il ruolo di ministro: «È una persona assolutamente valida». Due frasette che nel centrosinistra e soprattutto per Prodi diventano una bolla di scomunica. Al punto da porre un deciso stop alla cadidatura dell'ex braccio destro di Craxi al Quirinale. Il leader del centrodestra è costretto poi a fare marcia indietro il 29 aprile, nel pieno delle trattative per il Colle, spiegando che la candidatura di Amato «non proviene dalla Cdl, ma riguarda la sinistra». La corsa per la presidenza della Repubblica finisce presto (l'11 maggio) e per il dottor Sottile si aprono le porte del Viminale e tornano (il 22 maggio) gli elogi del Cavaliere: «Hanno fatto un governo non competente. Solo il ministro dell'Economia ha competenza specifiche. Poi salvo Amato che è un politico di carriera». Il ministro dell'Interno ricambia. Impossibile trovare una sua parola contro Berlusconi. Difficile anche trovare da Forza Italia battute o attacchi personali nei confronti dell'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio quando alla guida del governo c'era Bettino Craxi. L'unico iniziativa del partito è stata, con i toni piuttosto soft, contro la proposta che riduce a cinque anni il periodo di permanenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana. E lo ha addirittura difeso (con Isabella Bertolini) sull'immigrazione contro Paolo Ferrero. E un mese fa è caduto anche l'ultimo veto che proveniva da Stefania Craxi, che comunque è una deputata di Forza Italia. È successo quando il ministro dell'Interno ha confessato: «Ho vissuto con Craxi e con lui ho fatto politica. È stata una grande stagione. Il mio rapporto con Bettino è sempre stato pulito. Mai potrei essere usato come testimone della tesi secondo la quale Craxi era Alì Babà e chi gli stava intorno erano i 40 ladroni». È bastato questo, la pace è fatta. Anche con lei. F. D. O.

Dai blog