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La proposta del ministro sulla legge elettorale potrebbe spaccare l'Unione

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Teme le apertura all'opposizione. E vede con sospetto l'iniziativa di Giuliano Amato che, lanciando una convenzione per le riforme, apre a Silvio Berlusconi. Il quale ovviamente dice «sì, grazie» mettendo di nuovo in difficoltà il centrosinistra che si trova a respingere una proposta di dialogo. Che cosa teme Prodi? Anzitutto l'ala radicale della coalizione, il suo più fedele alleato. Il Pdci dice chiaro e tondo che l'ipotesi di Amato è da bocciare. Ma fanno eco anche Rifondazione comunista e Verdi, il partito più prodiano. In pratica respinge la proposta Amato tutta l'area che solitamente dice le cose che il premier non può istituzionalmente dire. Ed è ovvio che dicano di no, perché l'apertura al centrodestra porterebbe alla loro marginalizzazione. E anche l'Udeur avverte: «Sulla riforma elettorale, registriamo troppe proposte che mettono in campo troppi strumenti: dalla modifica della Costituzione alla convenzione. Si rischia di arrivare a un nulla di fatto. Siamo aperti al dialogo, ma prima bisogna trovare un'intesa all'interno della maggioranza», dice il capogruppo del partito di Mastella alla Camera Mauro Fabris. Che aggiunge: «Bisogna verificare la volontà del Parlamento sovrano di modificare la legge, il resto sono solo tatticismi: non accetteremo certo una riforma per risolvere i problemi interni al partito democratico o quelli del partito unico del centrodestra». Ma che il quadro sia questo arriva la riprova anche dalle reazioni ad Arturo Parisi che aveva rilanciato, vincolando il proprio sì alla convenzione di Amato alla possibilità di toccare anche la Costituzione: il prodiano Monaco ha chiuso subito la porta. Non si tirano indietro Forza Italia e Alleanza nazionale, anzi. Per bocca dell'ex ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno via della Scrofa propone Gianfranco Fini alla presidenza della Convenzione. Un luogo che sarebbe «utile al Parlamento e al Paese perché potrebbe contribuire ad avviare un dialogo fra i due schieramenti», insiste l'azzurro Osvaldo Napoli. Scherza, come al suo solito, il leghista Roberto Calderoli: «Tra un po' ritorniamo all'Assemblea Costituente» dice commentando il tandem delle proposte Amato-Parisi, mentre l'Udc con Francesco Pionati ribadisce il proprio scetticismo: «La Convenzione allargherebbe troppo l'area del confronto, con lo stesso, prevedibile esito della Bicamerale».

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