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Prodi rilancia il tema della previdenza. Sindacati duri: «Garantisca posti di lavoro stabili»

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Il presidente del consiglio, Romano Prodi, è tornato ieri sul tema della previdenza, esprimendo la convinzione che questo sia un compito di lungo periodo e non solo qualcosa per il domani. Ma i sindacati ribattono che per garantire ai giovani la pensione la strada da seguire è quella di prevedere la contribuzione figurativa per situazioni di precarietà, oltre a puntare a posti di lavoro più stabili. Ribadendo, invece, la loro contrarietà alla revisione dei coefficienti di trasformazione. In particolare la Uil ha rilanciato la proposta di un bonus contributivo al massimo di due anni, a cui il lavoratore potrà accedere a fine carriera, in caso di necessità. Ma nella stessa maggioranza c'è chi insiste nel chiedere una «riforma adeguata». Altrimenti, ha affermato il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone (Rnp), a pagare un conto salato saranno le nuove generazioni. Mentre l'opposizione accusa Prodi di fare demagogia. A scendere in campo anche l'ex premier, Silvio Berlusconi. «Il dibattito in atto nell'Unione — ha detto commentando i dati sul fabbisogno — non promette nulla di buono sul fronte della spesa pubblica». Più esplicito, in questo senso, il presidente dei senatori di FI, Renato Schifani. «Se Prodi continuerà a farsi dettare le scelte della politica economica dalla sinistra radicale — ha replicato — i nostri giovani la pensione non la vedranno mai. Eliminare lo scalone della riforma voluta con tenacia dal governo Berlusconi significa provocare una voragine nei conti della previdenza. La Cdl ha operato nel vero interesse dei giovani, senza le facili demagogie del professore». I sindacati, dunque, apprezzano le parole del presidente del Consiglio ma indicano la loro ricetta. «Per realizzare l'obiettivo di garantire le pensioni ai giovani — sostiene il segretario confederale della Cgil, Morena Piccini — vanno individuate tutele per situazioni di discontinuità o precarietà, quindi la contribuzione figurativa, posti di lavoro più stabili, senza modificare i coefficienti». La Uil conferma la propria disponibilità a posticipare l'uscita dal lavoro purché ciò avvenga su base volontaria e sia incentivata. Il segretario confederale, Domenico Proietti, ha respinto «contrapposizioni generazionali sul tema delle pensioni». «Il sistema previdenziale italiano — ha affermato — a seguito della incisiva riforma Dini sostenuta dal sindacato, è tra i più equilibrati d'Europa e proiettato alla sostenibilità economica per i prossimi anni. Proprio perché la Uil ha a cuore il futuro delle nuove generazioni si è battuta perché venisse anticipata l'entrata in vigore della previdenza complementare». Secondo il segretario generale dell'Ugl (il sindacato vicino ad An), Renata Polverini, la presa di posizione di Prodi «può essere apprezzata, purchè alle buone intenzioni corrispondano i fatti. Non vorremmo che come accaduto con la battaglia per la precarietà, anche questo rinnovato interesse per i giovani si riveli solo una promessa disattesa».

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