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MACCHÈ stop alla raccolta delle firme, l'arma del referendum non va sotterrata.

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E polemizza con i membri del comitato che si sono dimessi alla vigilia di capodanno. «Le vicissitudini interne al comitato promotore del referendum contro l'attuale legge elettorale (di cui sono parte anch'io) interessano - spiega Lerner - uno spicchio minuscolo della cittadinanza. Ma segnalano una fibrillazione in corso fra i politici di professione. Pazienza - continua l'estensore della rubrica - per chi manifesta una deplorevole disinvoltura nell'entra-esci: in Italia si usano i partiti come tram, figuriamoci un povero comitato... Ma per quanto mi riguarda le giravolte tattiche, sebbene incomprensibili, confermano il valore e la necessità dell'iniziativa referendaria contro la legge porcellum. Quelli lì da soli non si metteranno mai d'accordo. Meglio trascinarli - conclude Lerner - con una bella raccolta di firme primaverile!». Dario Franceschini, capogruppo dell'Ulivo alla Camera, aveva sottolineato che «e il comitato promotore spostasse la raccolta delle firme almeno al 2009 sarebbe un atto intelligente. I promotori dicono, e lo penso anch'io, che il referendum è un forte strumento di persuasione sul Parlamento ma fare una legge entro il 2008 è difficile. Anche perchè le regole elettorali si fanno nella seconda parte della legislatura o prima di sciogliere le Camera. Una nuova legge va assolutamente fatta - aveva detto ancora Franceschini - Ma siamo all'inizio della legislatura e non è il tema più urgente. Spero che il comitato dei promotori del referendum capisca che sarebbe molto meglio raccogliere le firme in modo da fissare il referendum nel 2009 o nel 2010 e non l'anno prossimo. Temo che se si arriva al refendum senza nuove regole, difficilmente poi si farà una legge».

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