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di GIANNI DI CAPUA ANCHE l'Italia avrà presto la sua Segolene Royal.

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Insomma, le parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano che, nel suo discorso di fine anno, aveva parlato della «forza morale» delle donne come «fattore essenziale di progresso civile e di crescita dell'economia e della società», cominciano a fare breccia nel mondo politico. E così Bondi lancia la sua idea. «Gli uomini di governo e i condottieri politici del futuro, scriveva Edith Stein, dovranno avere una forte componente di femminilità - scrive in un articolo su Il Giornale - dovranno cioè essere capaci di adottare una logica radicalmente nuova negli affari della politica e dell'amministrazione pubblica», «Berlusconi era ed è un uomo nuovo anche in questo senso - aggiunge -, e ritengo che nel futuro solo una donna o un uomo della sua stessa sensibilità femminile potrà accogliere il testimone dalle sue mani». «Spero perciò - è il suo auspicio - che il nuovo anno porti, anche per quanto riguarda la politica italiana, ad un ingresso massiccio delle donne nella vita politica». Ma la ricetta del coordinatore nazionale di Forza Italia non raccoglie solo applausi all'interno del centrodestra. Anche perché sono ancora in molti a pensare che ipotizzare scenari per il dopo-Berlusconi sia ancora prematuro. Caustico il vicepresidente del Senato Roberto Caderoli (Lega). «Una donna dopo Berlusconi? - si domanda - Andrebbe benissimo la mamma. La signora Rosa ha tutti i numeri ed è perfettamente capace di guidare un paese. Scherzi a parte mi chiedo di cosa stiamo parlando... Garantisco che Berlusconi è in grado di andare avanti per moltissimi anni, soprattutto ora che è bionico. Certamente è capace di andare avanti oltre la durata della pila del pacemaker...». Nell'Udc, invece, più che l'ipotesi di una donna leader del centrodestra, raccoglie consenso il fatto che, finalmente, anche Forza Italia abbia cominciato a parlare delle successione del Cavaliare. «Con un colpevole ritardo - commenta il vice segretario dei centristi Erminia Mazzoni -, Forza Italia apre solo oggi al tema della successione a Berlusconi». «La questione posta dall'Udc oltre un anno fa - aggiunge -, non è più attuale nell'agenda politica italiana. Il confronto è molto più avanti e riguarda la materia più complessa nel quadro delle alleanze in relazione ai problemi reali di un Paese moderno, che bisogna affrontare e risolvere». «L'indicazione di una donna - conclude -, poi, ha più il sapore di una concessione che non l'apprezzabile gusto di un doveroso riconoscimento di merito». Le parole di Bondi dividono, invece, An. «Non ho nessuna pregiudiziale - commenta Maurizio Gasparri - ma oggi, scorrendo la top ten delle possibili leadership della centrodestra, non vedo alcuna donna, nessuna Segolene Royal». Immediata la replica di Daniela Santanchè: «Da sempre Berlusconi è stato il leader che ha meglio di altri interpretato il cambiamento e il riformismo. E oggi sa bene che anche da noi il cambiamento passa inequivocabilmente da una leadership al femminile, così come già accade negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo. Credo che ce ne siano tantissime in grado di competere per quella carica. Se Maurizio non se ne rende conto vuol dire che è diventato cieco o miope...». E anche il vicepresidente della Camera Giorgia Meloni è certa che «una donna leader sarebbe una vittoria per il paese e la sua democrazia». Anche se subito aggiunge: «Non mi convince l'impostazione del discorso di Sandro Bondi perché credo che una scelta così importante debba essere il frutto di un giudizio sul merito e non sul sesso».

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