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La Tunisia gli intitola una via a Hammamet Si apre il dibattito su un'iniziativa anche in Italia

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A darne notizia il figlio Bobo, oggi sottosegretario agli Esteri. La cerimonia ufficiale avverrà in Tunisia in occasione del settimo anniversario della scomparsa di Craxi, il prossimo 19 gennaio 2007. Un omaggio che però riapre in Italia l'annosa discussione, mai sopita, sul valore dello statista socialista, figura simbolo dei governi degli anni '80 e poi, qualche anno dopo, emblema di Tangentopoli. E l'ipotesi che anche l'Italia, su esempio della Tunisia, intitoli una strada a Craxi divide in modo trasversale i due poli: favorevoli Fabrizio Cicchitto (Forza Italia), Pierluigi Castagnetti (Margherita) e Peppino Caldarola (Ds); nettamente contrari Antonio Di Pietro (Idv), Roberto Calderoli (Lega Nord) e Paolo Cento (Verdi); Ignazio La Russa (An), infine, non promuove l'iniziativa ma neanche l'ostacola. Cicchitto, ex socialista lombardiano, oggi vicecoordinatore di Forza Italia, non ha dubbi: «Roma o Milano dovrebbero dedicargli una strada. Ma al di là di questo gesto la decisione del governo tunisino mette in evidenza l'ipocrisia italiana e il fatto che su Craxi non s'è avviata una riflessione reale sulla sua vicenda umana e politica». Anche Peppino Caldarola, esponente riformista dei Ds ritiene che «i tempi siano maturi» perchè una grande città italiana segua l'esempio di Hammamet. «Si sta facendo strada la consapevolezza generale — commenta l'ex direttore dell'Unità — che Craxi sia stato un uomo politico di straordinario livello. Si tratta di un riconoscimento generale che è riuscito a superare diatribe del passato sbagliate e dannose nella sinistra». Anche Pierluigi Castagnetti (Margherita) è ottimista: «Mi pare che si possa fare. Ormai i tempi delle polemiche sono alle nostre spalle. Ovviamente si ricorderebbe il Craxi statista e non il Craxi che ha pur commesso degli errori. Non avrei nulla in contrario». Prevedibile il via libera anche del centista Carlo Giovanardi che ricorda come l'ex segretario del Psi meriti molte più strade di quelle dedicate a Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti. Netto invece il dissenso espresso dall'ex Pm, simbolo di «Mani Pulite», oggi ministro, Antonio Di Pietro. «Craxi è stato un amico della Tunisia e ad Hammamet gli dedicano una strada. Da noi in Italia, però, è stato condannato da una sentenza definitiva: pace all'anima sua. I fatti ci dicono — prosegue Di Pietro — che durante il suo mandato aveva compiuto dei reati che poi sono stati verificati in sede processuale tanto da averlo convinto a vivere da latitante in Tunisia. Questa è la verità». Altrettanto gelido il commento della Lega Nord: «A Bettino Craxi — afferma Roberto Calderoli — basta la strada che gli hanno dedicato in Tunisia...». Alleanza Nazionale annuncia che pur non volendo promuovere un'iniziativa di questo tipo non intende nemmeno ostacolarla. «Craxi — spiega Ignazio La Russa — è una persona controversa, con i suoi lati chiari e scuri. È illusorio pensare di intitolargli una strada qui in Italia senza polemiche. Ho parlato nei mesi scorsi alla figlia Stefania e gli ho detto che noi non avremmo promosso questa iniziativa ma non l'avremmo neanche ostacolata. Così si sono comportati i nostri consiglieri al comune di Milano nei mesi scorsi, quando — conclude La Russa — si affrontò la questione». Dell'argomento si occupa anche Pierluigi Diaco che rivolge un appello al sindaco di Roma, Walter Veltroni, perché dedichi una via della Capitale all'ex premier socialista.

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