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di FABRIZIO DELL'OREFICE ROMPETE le righe.

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È Natale, si bada alla famiglia. Punto e basta, la politica può attendere. Persino Valentino Valentini, la sua ombra, l'uomo che gli è perennemente al fianco, ieri ha imboccato la via del cancello della villa di Macherio per prendersi qualche giorno di vacanza. «Sto bene. Anzi, mi sento meglio di prima», ha assicurato il Cavaliere ai suoi fedelissimi. E ha chiesto a tutti di godersi un po' di meritato riposo, per ora non c'è alcuna attività in programma. Anche un ritorno a Roma la prossima settimana appare escluso, al momento. Il leader dell'opposizione, infatti, aveva in dapprincipio immaginato di fare rientro nella capitale intorno al 28 dicembre per alcuni appuntamenti istituzionali già fissati. Aveva anche manifestato l'intenzione di una sua salita al Colle per un incontro con il presidente della Repubblica per il più classico degli scambi di auguri. Un colloquio che tuttavia doveva segnare il suo ritorno, anche dal punto di vista dell'immagine, alla politica attiva, dopo l'intervento negli Stati Uniti. Ma l'incontro al Quirinale è da escludere, per adesso. Come pure è difficile immaginare che Berlusconi faccia il suo ritorno a Roma a breve. È più probabile piuttosto che trascorra, come tradizione, i giorni di Natale a casa, diviso tra le due ville: quella di Macherio, pura residenza, e quella di Arcore, che invece funge anche da ufficio. E, sempre seguendo i soliti programmi, decida di trascorrere la notte di Capodanno in Sardegna. Invece rientrerà in pista - con più probabilità - direttamente per Neveazzurra, la manifestazione invernale di Forza Italia che si tiene a Roccaraso dal 10 gennaio (il presidente dovrebbe intervenire il 14). Nel frattempo, Berlusconi ha analizzato con attenzione la lista delle telefonate che ha ricevuto in questi giorni. E non ha nascosto di averci visto qualcosa di politico anche in quel freddo elenco di nomi: «Oramai siamo nel dopo Prodi - ha raccontato ad un suo deputato -. Ho spiegato che non ho intenzione di chiedere le elezioni anticipate, il che significa che la nuova fase non potrà prescindere da Forza Italia. Senza di noi non si va da nessuna parte». Intanto a Roma sono giorni di contatti intensi, al punto che il Cavaliere è stato di fatto sostituito da Gianfranco Fini che giovedì, il giorno della fiducia alla Finanziaria, è sparito in più di un'occasione tanto da seminare il panico nel suo staff che non lo trovava più. Fini ha lavorato, ha avuto più di un faccia a faccia, ha operato quasi come un vice-Berlusconi. E lo stesso Cav era contento di questo lavorìo. Così ha riassunto il quadro: «I Ds pensano alla Finocchiaro come prossimo premier. Hai visto Napolitano una ventina di giorni fa? Ha preparato il terreno dicendo che le "donne non occupano ancora posti di potere"». Insomma, ci sono state telefonate di semplici auguri (e Berlusconi ne ha ricevute tante) e telefonate di auguri pesanti (poche ma decisive). Tra queste va inscritta sicuramente quella di Massimo D'Alema. Ma anche di esponenti della Margherita. Non direttamente di Rutelli, ma di suoi emissari sì. Berlusconi non ha fatto nomi. Si è limitato a sottolineare: «Di Dini mi parla spesso Bruno Ermolli», un nome che dice poco al grande pubblico ma, trattandosi di un ex compagno di scuola del Cavaliere, esercita molta influenza ad Arcore, soprattutto quando si discute di nomine. Insiste Berlusconi, riferendosi sempre al futuro premier del centrosinistra: «Bisogna fare attenzione a Marini. Lui vuole restare a Palazzo Madama, ma ha mandato segnali chiari». Fin troppo, su qualche candidato a lui gradito.

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