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Il presidente del Consiglio in caduta libera nei consensi

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Ipr Marketing: ha perso 16 punti in soli cinque mesi

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Probabilmente Romano Prodi non ha mai visto il film L'Odio di Mathieu Kassovitz (la citazione è tratta dalla scena iniziale) ma una cosa è certa: visto i risultati dei sondaggi il premier, forse, dovrebbe cominciare a preoccuparsi dell'atterraggio. Già perché la caduta è ormai davanti agli occhi di tutti. E a dirlo non è Silvio Berlusconi, ma i due principali quotidiani italiani che, negli ultimi giorni, hanno pubblicato rilevazioni a dir poco allarmanti. Martedì era stato Renato Mannheimer, sul Corriere della Sera, a gettare il sasso nello stagno. Da luglio ad oggi l'indice di popolarità di Romano Prodi e del suo esecutivo ha subito un notevole calo. E se il premier è passato dal 49% al 37%, il governo raccoglie oggi solo la fiducia del 31% degli italiani (prima dell'estate erano il 44%). Non va meglio tra gli elettori di centrosinistra dove il Professore ha perso, nel giro di cinque mesi, 12 punti di consenso (è passato dall'89% al 77). Per Mannheimer, comunque, la crisi di fiducia è rilevabile anche «dalle svariate espressioni di dissenso che si sono succedute anche negli ultimi giorni». «Proprio la varietà di queste manifestazioni - scrive il sondaggista - e la diversità dei loro protagonisti indicano qual è il vero elemento di debolezza dell'esecutivo: la necessità di tenere conto contemporaneamente di interessi molto differenziati e spesso opposti». Ieri, come se non bastasse, è arrivata un'altra «doccia fredda». In un sondaggio svolto per Repubblica.it Ipr Marketing ha confermato, con dati diversi, la perdita di fiducia dell'esecutivo. Secondo l'istituto, complice il difficile iter della Finanziaria, il governo avrebbe perso ben 25 punti negli ultimi cinque mesi, passando dal 63 al 38%. Non va meglio a Romano Prodi che ferma la sua «caduta libera» ad un poco rassicurante 42% (-16 punti). Ma la notizia è un'altra visto che, secondo Ipr Marketing, il trend negativo non mostra, al momento, segnali di inversione di tendenza. A questo punto, direbbe qualcuno, la domanda nasce spontanea e Mannheimer la traduce in numeri. «Proprio la crisi di popolarità del Professore - scrive il sondaggista - ha spinto alcuni a guardarsi attorno, per individuare un eventuale possibile successore». Così tra i più quotati «successori» del premier il più apprezzato è Massimo D'Alema (15% tra gli elettori dell'Unione) seguito da Fausto Bertinotti e Francesco Rutelli (entrambi al 14%). Ma il ministro degli Esteri è in testa anche alla classifica di Ipr Marketing confermandosi il membro più apprezzato dell'esecutivo (66%), seguito da Antonio Di Pietro al 61% e da Giuliano Amato al 60%. La maglia nera va a Tommaso Padoa-Schioppa che, con Prodi, risente più di tutti della manovra economica: dal 71% di luglio, il titolare dell'Economia precipita al 36%. Il calo di fiducia si fa sentire anche sui partiti della maggioranza. I Ds, che appena un mese fa erano primi con il 49% di gradimento, scendono al 46%, lasciando così il primo posto ad An che passa dal 45% al 47%. Trend positivo anche per Forza Italia, appaiata aalla Quercia. Boom per l'Udc che passa dal 36% al 40%, piazzandosi a pari merito con la Margherita. Scende, invece, la Lega Nord, unico partito del centrodestra a non avanzare: il Carroccio passa dal 19% di novembre al 18% di oggi. Nella maggioranza, in affanno Rifondazione comunista (dal 25% al 22%), i Comunisti italiani (dal 21% al 19%) e lo Sdi (dal 14% al 10%).

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