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Fassino chiama in soccorso D'Alema

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Ma è indubbio che oggi è un altro giorno nei rapporti tra Piero Fassino e Massimo D'Alema. I due, dati in rotta di collisione su tutto, sembrano aver finalmente trovato un terreno comune su cui lavorare: la costruzione del Partito Democratico. Così ieri, terminato il Consiglio dei ministri, il segretario della Quercia ha varcato il portone di Palazzo Chigi per incontrare il vicepremier. Qualcuno dice abbia visto anche Prodi, ma l'ufficio stampa del Professore smentisce categoricamente. Chi non smentisce, invece, è lo staff di Baffino che parla di un incontro di mezz'ora in cui il ministro degli Esteri «ha espresso il proprio sostegno alla linea del segretario sul Partito Democratico». I due. dicono fonti vicine a D'Alema, avrebbero fatto il punto sul Consiglio Nazionale della Quercia di oggi (che avrà il compito di convocare il congresso di primavera) e avrebbero concordato sulla necessità di evitare lacerazioni e fratture interne. Insomma Fassino, messo in un angolo dalle pressioni di chi, all'interno della Quercia, continua ad opporsi all'idea del Pd, avrebbe deciso di mettere da parte antipatie e divisioni per chiedere aiuto all' «odiato nemico». E non è un caso visto che D'Alema è considerato interlocutore privilegiato sia del Correntone di Fabio Mussi che dei «terzisti» Angius e Caldarola che, al contrario, non hanno mai perso l'occasione di attaccare Fassino. In attesa di sapere se al ministro degli Esteri riuscirà la «magia» di traghettare tutta la Quercia (nessuno escluso) all'interno del nuovo soggetto, i Ds si presentano «spaccati» al primo appuntamento istituzionale sulla strada che porta verso il Congresso. Stamattina, infatti, si riunirà il Consiglio Nazionale della Quercia che dovrà indicare la data dell'assise, la sede (si pensa a Roma) e nominare la commissione-congresso, organo statutario che ha il compito di sovrintendere la fase precongressuale e gli aspetti tecnico-organizzativi. Un passaggio formale che è stato però preceduto dall'ufficializzazione della candidatura di Fabio Mussi alla segreteria Ds. «Accolgo questa candidatura - ha spiegato il ministro dell'Università - come un dovere e mi candido per vincere il congresso, per avere la forza di far cambiare strada al partito. Non si può governare il Paese senza una grande alleanza democratica guidata da una grande forza di sinistra di ispirazione socialista». E, mentre scompare l'ipotesi di una quarta mozione «veltroniana» (il fedelissimo del sindaco Nicola Zingaretti ha annunciato che sosterrà la mozione Fassino), gli esponenti dell'area Angius-Caldarola confermano che la proposta di una federazione tra Ds e Dl verrà trasformato in una mozione congressuale. Insomma, per Piero e Massimo, si preannuncia una strada tutta in salita.

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