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Contestato pure Bersani

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A Bologna, nella sede del Cnr dove era in corso il convegno «Il futuro è nella ricerca industriale», ieri mattina è andata di nuovo in scena la protesta contro il Governo dell'Unione. Una cinquantina di giovani ricercatori precari del Cnr e dell'Università del capoluogo emiliano, infatti, hanno interrotto l'incontro verso le 11.30. Addosso portavano giubbotti catarifrangenti di quelli che sono obbligatori sulle automobili in caso di guasto o incidente. Una divisa irrituale per loro, ma scelta con un significato ben preciso: «La ricerca è in panne». Questo era il loro slogan per contestare tanto la Regione Emilia-Romagna - che organizzava il convegno e che secondo loro sbaglia nel puntare troppo sulla ricerca industriale e troppo poco sulla ricerca pubblica - quanto il Governo che nella Finanziaria, a detta dei ricercatori precari, ha destinato fondi insufficienti per la ricerca di base. La contestazione si è svolta in modo pacifico, con i giovani precari che hanno innanzitutto esposto due striscioni, che recitavano: «naufraghi del sapere» e «sapere precario». E poi hanno letto un breve comunicato alla platea in cui sedevano, tra l'altro, il ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, l'assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli e il presidente della Giunta Regionale Vasco Errani. «Abbiamo fatto scelte difficili, per rimettere il paese nei binari, e può darsi che non ci siamo fatti ben comprendere» ha detto Bersani ieri pomeriggio, incontrando privatamente gli imprenditori a Bologna. «Non facciamo di ogni erba un fascio - ha detto Bersani - chi grida "viva il Duce" non sono certo gli operai di Mirafiori o i giovani ricercatori. Non mettiamo nel frullatore cose diverse altrimenti rischiamo una visione generica e populista dei nostri problemi».

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