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di GIANFRANCO FERRONI SILVIO Berlusconi ha saputo subito attirare l'attenzione sul palco di piazza San ...

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L'atteso arrivo del Cavaliere è stato l'ultimo atto di una giornata trascorsa serenamente da parte di uomini e donne provenienti da ogni parte della penisola. Così il Campidoglio ieri mattina era letteralmente circondato da decine di migliaia di persone, bonariamente «armate» di cartelli e bandiere di Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega. Un «cordone sanitario» che saliva da via del Teatro di Marcello («lo sai che Dell'Utri ama le rappresentazioni dei classici greci», diceva al marito una signora, ridendo, e invocando di intitolare la strada al senatore) e, a piedi, andava a raggiungere piazza della Repubblica. Proprio in mezzo ai manifestanti è apparso Alberto Michelini, ex di Forza Italia, che prima dell'improvvisa folgorazione veltroniana collaborava a Palazzo Chigi con Silvio Berlusconi occupandosi dell'Africa. «Ha ricambiato idea, torna con noi?», scherzava un ragazzo che sventolava un lenzuolo con la scritta «Prodi, semini solo odi». No, Michelini non faceva parte del corteo, perché si accingeva ad andare nella Protomoteca capitolina per un incontro con un premio Nobel per la letteratura, il nigeriano Wome Soyinka. Ma per i manifestanti non era una giornata da dedicare ai rancori. Lo sa bene il vicepremiere e ministro per i Beni Culturali Rutelli, il quale si è fatto vedere (sì, di sabato mattina) al Colosseo insieme a Gianni Morandi per presentare un progetto per abbattere le barriere architettoniche nei monumenti e ha incassato solo un simpatico «qui ci pianteranno le margherite, adesso, il simbolo del suo partito?». E all'Hotel Hilton di Monte Mario, dove a porte chiuse si discuteva «la nuova agenda per il Medio Oriente». Più in basso, intanto, nel centro storico i preparativi annunciavano la grande festa popolare. Ecco le ballerine brasiliane pronte a indossare (si fa per dire) i costumi del carnevale carioca e ballare senza sosta su un palco mobile. Poi l'attesa kermesse liberamente ispirata dal film «Il diavolo veste Prada»: la gallerista romana Gloria Porcella nei panni del demonio e armata di forcone, distribuiva le magliette con la scritta «Il diavolo veste Prodi», e srotolava un lungo striscione che esibiva la stessa frase. «Meglio ber goti che Bersani» era l'invenzione di un appassionato produttore vinicolo veneto (dove «goti» significa «bicchieri»). I negozianti interessati dalla sfilata dei manifestanti hanno senz'altro visto crescere gli incassi, al passaggio dei militanti dei partiti della Cdl: alla fine della giornata, dopo l'appuntamento di piazza San Giovanni, tra le mani di uomini e donne le buste griffate erano numerose. Anche questa volta il Campidoglio potrà dire che il turismo, a Roma, non smette di crescere: e di bella gente ne è venuta davvero, ieri, nella Capitale.

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