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Rai e Tg5, scambi di accuse tra i Poli

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E ieri è toccato al Tg5, al Tg1 e alla trasmissione di Lucia Annunziata «In mezz'ora» su Raitre. Ad aprire le danze è stato il prodiano Franco Monaco che se l'è presa con il telegiornale diretto da Carlo Rossella per il modo con cui ha «trattato» la Finanziaria. «Siamo davanti a una tv ridotta a ottuso megafono e passacarte di FI, l'opposto dell'informazione. A sentire il servizio del Tg5, la Manovra è stata diabolicamente concepita dal governo per fare del male agli italiani e a se stesso. Tutta tagli e tasse, per infierire sui cittadini e ridurre persino la loro sicurezza». «Un insulto all'intelligenza — ha concluso Monaco — prima che ai più elementari codici di chi fa giornalismo degno di questo nome». La replica è arrivata da Giorgio Lainati, capogruppo di Forza Italia in commissione Vigilanza della Rai: «Per qualcuno il pluralismo dell'informazione esiste ancora, mentre appare chiaro che a Monaco e ai suoi amici della Margherita piacciono solo i tg di regime, quelli che esaltano le magnificenze dello sgangherato governo prodiano». Parole che hanno a loro volta innescato la reazione del vicepresidente della Commissione di vigilanza della Rai Giorgio Merlo. «La polemica quasi quotidiana che l'onorevole Lainati lancia contro il Tg1 comincia ad essere inquietante». «Una polemica singolare — aggiunge Merlo — perché oggi possiamo tranquillamente dire che l'informazione del servizio pubblico televisivo viaggia lungo i binari della correttezza e del rispetto rigoroso del pluralismo. E questo riguarda le tre testate giornalistiche e anche la Tgr che non può più essere considerata la testata minore dell'informazione pubblica. Si tranquillizzi, pertanto, l'onorevole Lainati. Non c è da preoccuparsi per come è condotto il Tg1. Il Direttore Riotta in Commissione Vigilanza ha espresso recentemente le linee di fondo che caratterizzano il suo Tg. Sarebbe un affermazione davvero impegnativa, al di là di ogni piaggeria, individuare oggi nel Tg1 uno strumento di faziosità politica e di giornalismo militante». Tirato di nuovo in causa Giorgio Lainati non si è sottratto al confronto, attaccando — stavolta in maniera diretta, proprio il Tg1: «Merlo non può arrivare a negare che tutti i giornali italiani, a cominciare dai prodianissimi Corriere della Sera e Repubblica, stamani aprano con la notizia delle divise militari italiane bruciate in piazza. Notizia che ieri il Tg1 ha sottovalutato per non disturbare il manovratore, ovvero il governo Prodi, preferendo aprire l'edizione delle 20 con il matrimonio di Tom Cruise». Infine è stata la volta del Presidente di An della Commissione Vigilanza Rai, Mario Landolfi. Il quale ha attaccato duramente Lucia Annuziata: «Rai Tre sta superando quel livello di decenza oltre il quale la faziosità diviene disinformazione e la cordialità con il governo amico sfocia in aperto collateralismo. In questo senso è emblematica la trasmissione "In mezz'ora" in cui Lucia Annunziata non ha esitato a spacciare per moneta buona una patacca coniata da un professionista del giornalismo militante come Enrico Deaglio, secondo il quale il centrodestra avrebbe truccato le elezioni politiche dello scorso aprile vinte poi dall'Unione». «Tutto questo — ha concluso Landolfi — senza che un esponente della parte politica accusata di un fatto così grave ed infamante potesse replicare».

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