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Biondi in infermeria, Leoni dal barbiere

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Ma anche un voto in meno per l'Unione, quello di un senatore dell'Ulivo. È questo il quadro che emerge dal resoconto dei voti a scrutinio elettronico che hanno respinto le proposte del centrodestra, facendo toccare al centrosinistra la soglia della maggioranza assoluta (161 voti su 322 aventi diritto). Se quei tre voti della Cdl non fossero mancati, tuttavia, sarebbero divenuti determinati i 5 voti dei senatori a vita, riaccendendo così una polemica che già ieri è stata forte. Sui nomi degli «assenti momentanei» del centrodestra c'è una univoca indicazione per due: Alfredo Biondi (Fi), che è intervenuto a fine seduta per spiegare che era in infermeria per un prelievo non rinviabile, e Giuseppe Leoni (Lega) che era in barberia. Giallo sul terzo nome, concordemente indicato da fonti parlamentari, anche della Cdl, nella unica senatrice di An, Laura Allegrini. Ma seccamente smentito dal capogruppo Altero Matteoli: «I 41 senatori di An erano presenti e hanno regolarmente votato a favore delle due pregiudiziali». Ma i conti non tornano nemmeno in casa della maggioranza. L'Unione ha totalizzato 156 voti contro 158 potenziali, escluso Marini (che per prassi non vota) e conteggiati De Gregorio e Pallaro. De Gregorio ha però votato con il centrodestra e dunque la maggioranza avrebbe dovuto ottenere 157 voti, non 156. Resta il mistero sul nome e sulle ragioni del mancato voto: nel Transatlantico del Senato si sono infatti rincorse più voci. Prima la causa è stata attribuita a un malessere, poi a ragioni più impegnative. Ma il nome del senatore assente per ora non è uscito. A non votare sono stati anche due dei sette senatori a vita: Andreotti e Pininfarina.

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