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Il ministro del Lavoro Damiano «Sulla Finanziaria

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abbiamo sbagliato tutta la comunicazione»

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Questa Finanziaria è stata comunicata male, non siamo riusciti a far capire gli aspetti positivi che contiene. Ma oltre a questo aspetto, quello che sta penalizzando la maggioranza è un eccesso di litigiosità». Il ministro del Lavoro Cesare Damiano, al centro anche di aspre critiche per il decreto sul Tfr e per i provvedimenti annunciati sul mercato del lavoro e le pensioni, invita la maggioranza a fare autocritica e a un correzione di rotta per quello che è l'aspetto comunicativo della Finanziaria. Gli attacchi alla Manovra non vengono solo dall'opposizione ma, stando agli ultimi sondaggi, la delusione verso la politica del centrosinistra sta contagiando anche chi ha votato Prodi. È una Finanziaria sbagliata? «No, questa Finanziaria non è sbagliata. Abbiamo ereditato una situzione dei conti pubblici disastrosa e alcune misure anche se poco popolari andavano inserite nella Manovra per rispettare gli impegni con l'Europa. Ma questa è una Finanziaria attenta anche al sociale, ai giovani, al mercato del lavoro». È vero però che proprio sui temi cari alla sinistra, come il lavoro e le pensioni, la maggioranza si è spaccata con le contestazioni di Rifondazione e dei Comunisti. Il no del ministro Ferrero al decreto sul Tfr non è una spia allarmante? «Non va esagerata quella che è una normale dialettica dentro la coalizione. Il voto contrario di Ferrero è stato chiarito, non è stata messa in discussione l'alleanza di governo. Per me è rilevante che milioni di lavoratori possano entrare nei fondi pensione. Finora, a più di dieci anni dalla riforma previdenziale, appena il 14% dei lavoratori dipendenti ha aderito. Il nostro obiettivo è che nel 2007 si vada al 40%. La previdenza integrativa fornisce alle nuove generazioni quando andranno in pensione, un reddito sufficiente a vivere in modo decoroso». Ci ricorda cosa prevede il decreto sul Tfr? «I fondi pensione contrattuali di categoria e quelli aperti dovranno rivedere i loro statuti per accogliere dal 1° gennaio del 2007 il Tfr». Quali saranno i vantaggi per i lavoratori? «I vantaggi dell'adesione ai fondi contrattuali derivano innanzitutto dalla possibilità di utilizzare l'intero Tfr che matura che potrà essere versato nei fondi. Il secondo vantaggio è che i rendimenti di lungo periodo dei fondi sono superiori, come ha rilevato la Covip, a quelli del Tfr tenuto presso l'azienda. Terzo: è stata mantenuta una differente tassazione dei rendimenti all'11%, ovvero non sarà portata al 20% perchè intendiamo distinguere i rendimenti finanziari da quelli previdenziali». Lo smobilizzo del Tfr non rischia di aumentare la precarietà del mercato del lavoro? Le imprese con più di 50 dipendenti potrebbero abbassare il livello di occupazione proprio per evitare l'esproprio del Tfr. «Si è molto enfatizzato questo problema del Tfr. Un'indagine del Cer ha evidenziato che anche nelle piccole imprese fino a 9 addetti, il peso del Tfr sul fatturato non è superiore allo 0,30%. Inoltre le imprese hanno le compensazioni a partire dal 2007. Quindi il Tfr seguirà tre canali: o resterà presso l'azienda, o nelle aziende con più di 50 dipendenti verrà interamente versato tramite l'Inps alla Tesoreria, o nel caso il lavoratore lo decida, sarà interamente versato nel fondo». Nel caso di versamento all'Inps il rendimento del Tfr quale sarà? «Il rendimento sarà uguale a quello del Tfr in azienda e il lavoratore conserverà la possibilità di accedere alle anticipazioni». Una delle grandi questioni dibattute è l'aumento dell'età pensionabile su cui già Rifondzione e la Cgil si sono detti contrari. Come intendete procedere? «Per le pensioni io faccio riferimento al memorandum che insieme a Prodi e a Padoa Schioppa ho firmato con i segretari di Cgil, Cisl e Uil. In questo testo sono richiamati alcuni argomenti tra cui l'esigenza di tornare alla flessibilità della legge Dini ma considerando che dopo 11 anni sono emerse due novità: la prima è l'allungamento della vita, e l'altra è l'aumento della precarietà e della flessibilità del

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