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Dario Fo spettatore della moglie «In aula un brusio insopportabile»

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Compreso il capogruppo della Lega al Senato Roberto Castelli che ha anche alzato lo sguardo verso il premio Nobel. Poco prima si era seduta al suo posto tra i senatori Franca Rame e con il suo compagno di una vita è iniziata una lungo colloquio a cenni e sguardi per darsi appuntamento fuori dall'aula. Dario Fo ha comunque seguito attentamente tutto il dibattito, ha rifiutato cortesemente di parlare con i giornalisti prima che finisse la seduta, poi però ha dato un giudizio non proprio lusinghiero sull'atteggiamento tenuto dai parlamentari. «È impressionante il brusio che si crea, continuo, di fondo. Certe volte è fastidioso. Non so davvero come facciano certi senatori a intervenire in un frastuono come questo. Capisco anche che il presidente Marini ogni tanto si faccia sostituire, avrà la testa come un pallone». Poi Fo azzarda un paragone: «Sembra una scolaresca poco disciplinata». Secondo il Nobel «portiamo qui i giovani perché imparino la democrazia e questi tornano a casa shockati. Sembra una roulette: i senatori vanno, vengono, tornano, escono, entrano, si fanno cenni, voltano la schiena a chi parla». Il premio Nobel non vorrebbe essere nei panni di sua moglie. «Lei è ben contenta di lavorare sulle denunce, sugli sprechi. È proprio onorevole riuscire a fare questo. Ma è dispiaciuta per il rituale che è davvero terribile. C'è mancanza di rispetto per il luogo e per lo spazio dei colleghi. Ma non accade solo nella maggioranza. In questo sono tutti onesti e leali: rompono i coglioni tutti». Dario Fo ha anche commentato le parole di Prodi sull'Italia, definita un Paese impazzito: «Il discorso del premer era molto complesso. Lui era un po' teso, ma voleva dire che si esagera con le varianti sul tema, a trovare ad ogni costo aggiustamenti laddove non occorrono e non servono. Ma questo dipende dal fatto che ci si è abituati a non ascoltare le minoranze, non quelle politiche, quelle civili».

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