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Massimo non piace alla comunità ebraica

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Alla fine dello shabbat sono arrivate le prime critiche: tutti hanno sottolineato, con vari toni e da diverse posizioni, quella che hanno definito «l'unilateralità» dell'intervento del ministro degli esteri. I portavoce della comunità ebraiche romana e milanese, Riccardo Pacifici e Yasha Reibman sono stati i primi. Dopo aver espresso il cordoglio per i morti di Beit Hanun, Pacifici dice di essere rimasto «incredulo di fronte all'analisi di D'Alema del tutto priva dell'elemento scatenante di questa legittima offensiva israeliana: ovvero il fatto che la leadership di Hamas, e non solo, abbia consentito l'unilaterale aggressione con missili Kassam nel sud di Israele e in particolare a Sderot e ad Asqhelon». «E questo aggiunge - nonostante il ritiro da parte di Israele dell'intera striscia di Gaza, senza lasciare alcun centimetro di terra da contendere con i palestinesi». «Ma anche continua - per una escalation dell'analisi del conflitto non solo israelo-palestinese ma anche con il Libano, la Siria e soprattutto l'Iran che vede agli occhi di D'Alema quale unico colpevole di questa situazione sempre e solo Israele». Per questo, Pacifici sollecita «l'intero governo, dal premier Prodi all'altro vice premier e a tutti gli amanti della giustizia, della pace, per fermare ciò che ha provocato la reazione israeliana: la rampa dei missili collocate appositamente in mezzo alla popolazione civile palestinese». Yasha Reibman avverte che «se la posizione italiana fosse quella di D'Alema sarebbe uno sbaglio. Fare pressioni su Israele per legittimare Hamas, non è detto che rafforzi la strada della pace. In realtà si indebolisce la posizione dell'ala moderata palestinese. Non è detto infatti che la legittimazione di Hamas possa portare ad un accordo: sono loro a non volere riconoscere Israele». Ma per Reibman è altrettanto «gravissimo» se Trenitalia concedesse prezzi di favore, come hanno detto gli organizzatori della manifestazione, per partecipare all'iniziativa di sabato prossimo a Roma. «È - conclude Reibman - una manifestazione estremista dove si chiedono gli annullamenti degli accordi tra Italia e Israele e il boicottaggio dello stato ebraico. Sarebbe senza precedenti e porterebbe Trenitalia a sposare una manifestazione aggressiva». Il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna, da Parigi dove si trova per il Congresso europeo ebraico, dice che le dichiarazioni del ministro D'Alema «ignorano il contesto generale nel quale si muove Israele». «Per comprendere lo scenario attualmente esistente sui confini di Israele - spiega - non si può ignorare che nel sud, dopo l'evacuazione dell'esercito e della restituzione ai palestinesi di Gaza, gli attacchi missilistici e i bombardamenti sulle città israeliane adiacenti sono notevolmente aumentati».

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