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Pioggia di soldi a Montaldo, Calopresti, Guzzanti e Mazzacurati

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Ce l'avevano con il governo Berlusconi e i tagli al Fondo unico per lo spettacolo. Quest'anno niente. Tutto tace. Eppure il decreto Visco-Bersani ha sottratto risorse per 34 milioni di euro al ministero dei Beni Culturali. E con la Finanziaria ora in discussione si prevede un nuovo taglio di altri 38 milioni. La cosa, però, sembra non impensierire l'avanguardia intellettuale italiana. Nessuna protesta, nessuna manifestazione. Nessun girotondo, nessuna discesa in piazza. Nessuna indignazione popolare, nessuno slogan. Niente, nulla di nulla,. La luna di miele con il ministro Francesco Rutelli continua, insomma. Come mai? Un'occhiata agli ultimi finanziamenti decisi dalla commissione per la cinematografia, i primi dell'era Rutelli, può aiutare a capire. Si tratta di sei delibere in tutto, con le quali il ministero dei Beni Culturali «premia» la produzione di film di lungometraggio, cortometraggi, opere prime o seconde. Molte di queste pellicole non conosceranno mai il proiettore di un cinema italiano né il gradimento del pubblico. Nel frattempo, però, fruttano prebende «per l'alto interesse culturale». Scorrendo i nomi dei registi delle opere «vincitrici», si assiste a una sorta di restaurazione dello status quo. La sinistra si riprende l'egemonia nel mondo della cultura cinematografica. Una leadership, per la verità, mai messa seriamente in discussione dalla destra nei cinque anni in cui è stata al governo (e qualche volta - forse - è anche meglio così: ma questo è un altro discorso, troppo lungo). Ebbene, alcuni dei registi finanziati dal dicastero di Rutelli, un anno fa, erano in piazza per manifestazione contro il suo predecessore, l'udc Rocco Buttiglione. Comprensibile che stavolta non abbiano alcun reclamo da fare. Ma andiamo con ordine. Partiamo dalla sezione «lungometraggi di interesse culturale». Qui sbanca la pellicola di Giuliano Montaldo. Titolo, «San Pietroburgo». Casa produttrice, «Jean Vigo Italia». Contributo statale, 2 milioni e duecentomila euro. Forse, all'italiano medio, Montaldo è un nome che dice poco. Non al militante dei Democratici di sinistra. Che, all'ultimo congresso del partito, ha potuto apprezzare un documentario sulla liberazione curato da Ettore Scola e, appunto, dal «nostro» Montaldo. Un milione tondo di euro vanno al regista Theodoros Angelopoulos e al film «La polvere del Tempo», prodotto da «Albachiara». Angelopoulos non è certo un simpatizzante berlusconiano. Anzi. Nel marzo del 2004 spiegava agli studenti della Sapienza che il governo del Cavaliere era un accidente del destino: «La sinistra è muta. Per questo la destra va al potere». Dopo «Viva Zapatero», Sabina Guzzanti c'ha preso gusto. Rieccola dunque alla regia di un nuovo film. Si chiama «Loch e Francesca» ed è prodotto da «Studiouno». Il Ministero dei Beni Culturali le ha riconosciuto un finanziamento di 400mila euro. Quasi il doppio (775mila euro) toccheranno al regista Domenico Calopresti, pure lui di area Ds, e al film «L'abbuffata» (produttore «Cooperativa Gagè»). L'anno scorso era in piazza per urlare il suo sdegno contro il governo Berlusconi, quest'anno più comodamente in ufficio ad attendere l'assegno ministeriale per la direzione di «Si può fare», lungometraggio prodotto dalla «Rizzoli film». Si tratta del regista Giulio Manfredonia e il suo finanziamento ammonta a 1 milione e 600mila euro. Qualcuno ricorderà un suo cameo nel film di Nanni Moretti, «il Caimano», inno all'antiberlusconismo militante. Ebbene, quest'anno, Carlo Mazzacurati torna al suo vero mestiere, il regista. La nuova pellicola si chiama «La giusta distanza», prodotto da «Fandango» e finanziato dalla commissione ministeriale con 2 milioni e 100mila euro. Ma l'Ente non dimentica neanche gli amici degli amici. Sicché Wilma Labate, autrice con Fausto Bertinotti del libro-intervista «Il ragazzo con la maglietta a strisce», potrà disporre di un bel sostegno statale di 1 milione e 950mila euro per la sua ultima fatica cinematografica «La signorina Effe»

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