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In uscita la sua ultima raccolta di vignette: «Il libretto rosso-La cazzata Potiomkin»

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Autocritica di Vauro: ho votato Pdci, oggi non andrei neanche al seggio

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Se lo chiede il disegnatore Vauro ne «Il libretto rosso-La cazzata Potiomkin», una raccolta di vignette, con la prefazione di Giulietto Chiesa, in vendita dal 15 novembre. Un pamphlet che raccoglie disegni pubblicati dal «Manifesto» e da «Rinascita», passando dal «Corriere». Uno sguardo sulla sinistra che fu e che è, 223 pagine di satira sul «cosiddetto centrosinistra» che, secondo quanto ammette lo stesso Vauro, «ha deluso». «Alle ultime elezioni — spiega il vignettista — ho votato Pdci. Se si tornasse a votare domani, non so nemmeno se andrei al seggio». E mostra tutto il suo disincanto: «Il vizio di fumare non me lo toglie nessuno, ma quello di votare...». Quindi spiega come è nata l'idea della raccolta: «Sono andato a guardarmi le vignette del '96. Paiono disegnate un minuto fa. Potrei tranquillamente spacciarle per nuove e nessuno se ne accorgerebbe». Infatti, «a dieci anni dal duello Prodi-Berlusconi abbiamo dovuto sorbirci il duello Berlusconi-Prodi». Fotografia, secondo Vauro, di un Paese «gattopardesco, dove tutto cambia e non cambia mai niente». La sua posizione critica gli ha procurato diversi contrasti. Come quello con l'attuale presidente della Camera Fausto Bertinotti che, riferisce Vauro, «ha chiesto più volte la mia testa al Manifesto. E mi ha accusato di essere un barbaro». «Difatti - prosegue - io per un pò mi sono firmato Vauro il barbaro. Ma alla fine dal Manifesto ho preferito andarmene io».

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