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Il senatore dissidente del Pdci

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Ha le idee chiare il senatore Fernando Rossi, comunista della tradizionalmente rossa Ferrara appena uscito dal partito dei Comunisti Italiani in polemica con la Finanziaria. Il riferimento all'arma da fuoco vale per la missione in Afghanistan, che a fine dicembre bisognerà rifinanziare, ma anche per la Manovra. Rossi non ha dubbi: scandirà il suo «no» in ambedue i casi. Perché, senatore? «Sulla Manovra mantengo un giudizio molto negativo. Non si è cercato di ridurre la spesa, si sono trascurate le riforme. Non possiamo far pagare ancora le categorie già penalizzate dall'euro. Non possiamo dire a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese di avere pazienza. Stiamo pagando i debiti? Io però ho bisogno di speranze, di prospettive concrete. È questa l'anima che manca». Ma Prodi dice che va tutto bene... «Abbiamo vinto le elezioni per un soffio e i nostri elettori sono già delusi. Prodi se le va a cercare. Non ci ha detto a che serve e dove ci porta questa Finanziaria». A che serve? «Alla ricerca del consenso moderato e conservatore, il consenso delle lobbies finanziarie». E lo slogan del Prc «piangano anche i ricchi»...? «C'è un errore di fondo. Volevano dimostrare che il governo faceva scelte anche per i meno abbienti mentre non era così. Quella di Rifondazione è stata una gaffe. Ora se ne sono accorti anche loro». E la tanto sbandierata lotta all'evasione fiscale? «È come la Questione Meridionale: se ne parla da 50 anni e non si risolve. La lotta all'evasione non si fa con le parole. Invocandola. Si fa con strumenti adeguati. E questi strumenti, per ora, non ci sono. Le tasse non bastano e l'obiettivo dovrebbe esere quello di pagarle tutti per pagarne di meno». Parliamo dei soldi per la missione in Afghanistan... «Non voterò il rifinanziamento neanche con una pistola alla tempia. Se lo voteranno con Udc, An e Forza Italia». Perché? «Perché Parisi ha detto balle, noi stiamo lì a bombardare». Non noi italiani... «Siamo con la Nato...». Ma al primo finanziamento ha dato l'ok... «Sì. L'ho fatto per disciplina di partito. E ora non sono più nel Pdci». Si dice che lei abbia avuto contatti con la Cdl e Berlusconi. È vero? «Assolutamente no. Mi guardano con molta simpatia. Però si sbagliano. Berlusconi resta un nemico». Un avversario, vuole dire? «Un avversario e anche un nemico. Un nemico di classe dei lavoratori».

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