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RIBADISCE che non voterà la Finanziaria, nemmeno nel caso in cui il Governo porrà la fiducia.

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Ma il leader di Italiani nel mondo, il senatore Sergio De Gregorio (presidente della commissione Difesa) va oltre e indica lo stesso Dini oppure il presidente del Senato Franco Marini alla guida di un eventuale governo politico-istituzionale. «Un governo di questo tipo deve trovare la condivisione da parte di tutti - spiega al Velino -. Una delle figure sulla quale si trovi credo la massima condivisione oggi è quella di Dini». De Gregorio non esclude comunque Marini. «Vedrei bene l'uno e l'altro - continua -. Marini perché è stato il primo a parlare di larghe intese. Dini perché è una figura istituzionale di garanzia bipartisan». Ma, prima ancora di soffermarsi sui nomi, De Gregorio sottolinea che «le larghe intese sono l'unico sbocco per uscire da questa fase». In realtà, secondo il senatore, ci sarebbe un'alternativa: le elezioni soltanto al Senato. Ma subito aggiunge: «Mi sembra che il Paese non se le possa permettere e poi non è detto che il risultato sia così scontato né per l'una né per l'altra coalizione». Nel frattempo il presidente della commissione Difesa annuncia che il suo voto negativo alla Finanziaria è certo. «Primo, perché non c'é stata la possibilità di emendarla - spiega -. Secondo: il ricorso al voto di fiducia nel caso di una Finanziaria così spostata a sinistra mi appare improponibile. Terzo, per le questioni relative al bilancio della Difesa».

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