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Al ministro non sono andate giù le critiche del Governatore sull'aumento delle tasse

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Ma Padoa Schioppa era da tempo che tratteneva nello stomaco quel rospo e ieri è sbottato lanciando una stoccata al Governatore Draghi. «Che leggesse le carte prima di criticare» avrebbe detto secondo quanto riferito da uno dei partecipanti al summit. Ma questa è stata l'unica nota polemica in una giornata tranquilla. Il summit a Villa Pamphili si è configurato come un'operazione più di facciata che di sostanza orchestrata con cura per recuperare quel gap di comunicazione che nei sondaggi sta penalizzando il governo. Sfilata di auto blu, staff di portavoce al completo, uomini della sicurezza schierati come per le grandi occasioni, e sfoggio di sorrisi. Un vertice, quello di ieri, nella splendida cornice della Palazzina Algardi, che è stato più uno spot che un momento di ridefinizione degli equilibri all'interno della maggioranza. Un incontro soporifero, come lo ha definito qualcuno lontano dai microfoni, che politicamente non cambia nulla ma che doveva essere fatto per proiettare all'esterno l'immagine di una coalizione che procede compatta, che crede nella Finanziaria come «cosa buona e giusta» e che soprattutto non vuole depredare gli italiani. Ed è quello che i segretari dei partiti hanno ripetuto con dichiarazioni fotocopia all'uscita, recitando, come un rosario, la litania della «grande coesione», della «condivisione degli obiettivi», della «solidarietà». E la «fase due» di cui parlava pochi giorni fa Fassino? Scomparsa. I toni polemici di Diliberto e Giordano? Sordina generale tranne un paio di accenni al termine della riunione, nel piazzale antistante, alle pensioni che non si toccano e allo scalone che si potrebbe eliminare anche con un decreto. Ma il clima è soft e nessuno vuole turbarlo. Cosa è successo durante il vertice da ammansire anche le lingue più battagliere? Ecco quanto ci ha riferito un partecipante. A prendere per primo la parola è stato Prodi. Ha cominciato a dire che «bisogna stare attenti» che il momento è delicato e che «la cosa più importante è restare uniti». Insomma non bisogna aprire nessun varco al cuneo polemico dell'opposizione. Il suo intervento è stato breve e subito ha passato la parola al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa. Con una tirata, senza prender fiato, se l'è presa con la cattiva comunicazione che non ha fatto capire gli aspetti positivi della Finanziaria e ha lasciato che l'opposizione divulgasse l'idea di una Manovra dannosa. Padoa Schioppa ha elencato le critiche che sono state fatte. «Hanno detto che sarebbe bastata una Finanziaria da 15 miliardi invece che da 35, che è senza anima, che non porta sviluppo». Poi si è lasciato andare. Padoa se la sarebbe presa con il Governatore della Banca d'Italia che è stato ingeneroso nei suoi attacchi. Il partecipante all'incontro riferisce che Padoa Schioppa avrebbe detto: «Per Draghi è una Manovra tutta concentrata sulle tasse ma prima di criticare bisognerebbe leggere bene i documenti». Dopo è la volta del ministro Vannino Chiti che insiste sulla necessità di una maggiore coesione e ribadisce che la Manovra va approvata entro il 19 novembre alla Camera. Il segretario di Rifondazione Giordano chiede maggiore attenzione sulle misure fiscali e invita a «fare bene i conti perchè non vorremmo che alla fine i ceti più deboli pagassero di più». Rutelli è per la tesi di «non piangersi addosso» ma di trasmettere positività. «Stiamo attenti alle pensioni» dice il Comunista Diliberto che poi ripropone il problema del ritiro immediato delle truppe dall'Afghanistan. Alla fine escono alla spicciolata esibendo sorrisi alle telecamere. Le divisioni? Se ne riparla in parlamento, domani è un altro giorno.

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