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Sconcerto dal Colle. Fassino: via i vertici dei Servizi

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E altrettanto dure sono anche quelle del segretario diessino Piero Fassino, che si spinge oltre e chiede di «dare corso rapidamente alla riforma dei servizi cambiando i vertici». Il vicepremier Massimo D'Alema rincara: «Metodi che devono essere stroncati». Non ha «commenti da fare» il presidente del Consiglio Romano Prodi: «La serietà della cosa è già stata illustrata ampiamente dai fatti. La magistratura chiarirà fino in fondo ogni aspetto». Il Capo dello Stato ha detto ai suoi collaboratori di essere «profondamente sconcertato»: un sentimento che non riguarda la sua posizione personale emersa dagli accertamenti, ma i contorni generali della vicenda, che coinvolge alcune delle principali cariche istituzionali e politiche del Paese. Così come, quando si è diffusa la notizia, Napolitano non ha voluto commentare direttamente quanto accaduto, anche ieri dal Quirinale viene ribadita la necessità di rispettare il lavoro dei magistrati. Fonti vicine al presidente sottolineano che la questione va affrontata nelle sedi opportune: magistratura, Parlamento e Authority per la privacy. Un intervento diretto del Capo dello Stato sulla vicenda, dunque, ci sarà solo quando il quadro sarà più chiaro. Lo scontro politico. «La vicenda sollecita l'attuazione di un punto del programma dell'Unione che in due pagine spiega come devono essere riformati e riorganizzati i servizi», dice Piero Fassino. Tesi condivisa anche dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti che chiede una «bonifica di fondo» per evitare che l'utilizzo incontrollato delle intercettazioni diventi un «fatto patologico». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, annuncia: «La questione è all'ordine del giorno fra le decisioni da assumere». Mentre da centrodestra, Maurizio Gasparri di An chiede «riforme ma non epurazioni». Fassino sferra anche un duro attacco al centrodestra che considera responsabile di aver creato «un clima di intossicazione della vita politica»: «Non ci troviamo di fronte a un episodio, ma a una catena di episodi che dimostrano che per la Cdl si poteva utilizzare ogni strumento nella battaglia politica». Parole che provocano la reazione del forzista Sandro Bondi: «Così si logora il tessuto democratico». Il leader della Quercia osserva che la riforma dei servizi «è una materia delicata in una fase in cui la sicurezza internazionale è insidiata dal terrorismo, quindi è stata una preoccupazione di governo e un atto di responsabilità non fare nulla che destabilizzasse». Ora, però, «bisogna dare corso rapidamente alla riform, delineata nel programma dell'Unione, cambiando i vertici». Silvio Berlusconi: «Una bufala». Per il Cavaliere la vicenda dello spionaggio fiscale è «una bufala totale»: «Tutti quelli che hanno accesso ai dati anagrafici con curiosità vanno a guardare». Per il leader di Forza Italia il vero allarme è legato al decreto Visco-Bersani che «schederà tutti gli italiani». E a chi, nella maggioranza lo accusa di avere una responsabilità politica sullo scandalo dello spionaggio fiscale, replica ironico: «Rifaremo "Drive-in" con loro». Infine una secca battuta sulla notizia secondo la quale palazzo Chigi avrebbe autorizzato i sequestri della Cia: «Non ne so nulla».

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