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Margherita spaccata Ancora nessun accordo tra ulivisti e rutelliani

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Qualche «concessione» in più ieri i rutelliani l'hanno fatta ma per il momento i prodiani sono ancora decisi a non partecipare alla riunione del direttivo di oggi pomeriggio. E sancire di fatto una scissione all'interno di Dl. Nelle riunioni informali della commissione di garanzia sul tesseramento che si sono succedute anche ieri, infatti, gli esponenti rutelliani hanno proposto, accogliendo una richiesta della minoranza, di predisporre l'emissione dei certificati elettorali, circa 460 mila, coi quali i militanti voteranno ai congressi provinciali. Secondo il meccanismo messo a punto dalla commissione, il certificato dovrà essere inviato contestualmente alla tessera, e dovrà essere esibito al momento della votazione. Una volta effettuato il voto, una fotocopia dello stesso certificato dovrà essere inviata al Regionale, per dimostrare che a una testa è corrisposto un solo voto. «Questa è una cosa molto importante — ha affermato Nicodemo Oliverio, responsabile organizzativo del partito e membro della commissione di garanzia — e penso che alla fine, su queste basi, ci accorderemo. Il meccanismo della lettera di adesione da rispedire al partito richiederebbe circa cinque mesi. Abbiamo fatto pressione sui Ds, affinché accelerassero sul terreno del partito democratico. Se applicassimo questa procedura salterebbero i congressi e probabilmente anche il partito democratico». Ma la proposta del certificato elettorale è ritenuta ancora insufficiente dai prodiani, per i quali il problema principale resta la verifica delle adesioni e il conseguente «sgonfiamento» delle tessere, il cui numero effettivo viene da loro ritenuto di molto inferiore a quello attuale. A tale questione si lega il problema eminentemente politico della rappresentanza al Congresso, che sta a cuore ad Arturo Parisi, in cerca di garanzie sulla quota da riservare, a tutti i livelli, alla corrente ulivista. Di questo, tra le altre cose, si sarebbe dovuto parlare nell'Ufficio di presidenza ristretto inizialmente previsto per ieri sera (composto dal leader Rutelli e da tutti i big del partito), e poi slitatto a causa del voto di fiducia alla Camera sul Dl collegato alla Finanziaria. Il problema, a quanto pare, sarebbe legato alla rappresentanza dei parisiani a livello locale. Il ministro della Difesa sarebbe intenzionato a chiedere una rappresentanza negli organigrammi e nei futuri congressi provinciali vicina al 20 per cento del quale gode attualmente, ma dalla periferia molti dirigenti locali (soprattutto mariniani) fanno notare che esistono molte federazioni dove non esistono esponenti prodiani, che quindi dovrebbero essere «paracadutati» da Roma, con un'inevitabile coda di polemiche interne. Intanto la Direzione di oggi è stata «traslocata» a Montecitorio, presso i locali del gruppo ulivista, per permettere ai deputati di partecipare al voto finale sul decreto fiscale di stamani.

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