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Il Prof non ci sta: «Testo serio e giusto»

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Poche parole da parte del premier Prodi, per rispondere al contropiede di Montezemolo sulla Finanziaria. E non solo. Perché si è soffermato, il Professore, sul termine «classista» utilizzato dal presidente di Confindustria: «Se essere classista vuol dire introdurre un po' di giustizia sociale e ridare potere d'acquisto a chi lo aveva perso allora è classista», ha arringato Prodi in serata, parlando ai microfoni della Rai. In quale maniera vanno interpretate le parole di Montezemolo, visto che il presidente di Confindustria ha parlato di «polpetta avvelenata» e di Manovra «classista»? Diverse le chiavi di lettura: dalla pioggia di commenti di replica (provenienti dal centrosinistra) al discorso di Montezemolo, si è passati con il considerare il comportamento di Confindustria come quello di un partito vero e proprio o, comunque, di un «blocco di potere». Secondo alcuni esponenti della sinistra - memori dei fischi che la stessa Confindustria rivolse al precedente governo nella riunione di Vicenza - si tratterebbe esclusivamente di una «mossa tattica», tesa a criticare l'accordo raggiunto per far migliorare ancora il testo a favore degli industriali. Una chiave di lettura fornita, in particolare, dal capogruppo di Rifondazione Comunista Russo Spena («Dopo ogni riforma, Montezemolo riprende il lamento per ottenere ancora di più») e dal presidente della Commissione Lavoro del Senato Tiziano Treu. Sulla stessa onda anche Angelo Bonelli, presidente alla Camera dei Verdi: «L'intervento evidenzia che il presidente degli industriali intende scendere in politica trasformando la Confindustria in un partito - ha commentato - Il discorso del presidente degli industriali sulla composizione della maggioranza e sulla presenza al suo interno di forze massimaliste ha connotati politici». Più dure le parole del segretario dei Comunisti Italiani Diliberto, che ha parlato di un «blocco di potere, politico ed economico, che scomponga i due attuali poli, quello di centrodestra e quello di centrosinistra», a margine di un convegno a Genova. Sulla stessa onda il capogruppo della Rosa nel Pugno Roberto Villetti, che considera Confindustria come un «vero e proprio partito. È passato dal formulare critiche a redigere un manifesto politico in piena regola». La polemica delle imprese è tutta orientata sul testo della Manovra, che è stato messo in discussione punto per punto. A ricordare a Confindustria che, con il cuneo fiscale, hanno ottenuto «risorse enormi» ci ha pensato il segretario di Rifondazione Giordano. «Tra le critiche - ha commentato il segretario Sdi Boselli - che muovono i riformisti alla Finanziaria e quelle fatte da Berlusconi - e lo ricordo a Montezemolo - c'è un abisso. La manovra è pesante perché l'eredità del centrodestra è pesante. Per il nostro rientro, infatti, nel parametri europei». «I patti sono stati rispettati», ha arringato il ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro: «Non può essersi dimenticato dei miliardi del cuneo fiscale, dell'accordo sul Tfr, del fatto che i miglioramenti alla Finanziaria sono quelli richiesti dagli imprenditori e dalle parti sociali». Tutto, in fondo, inizia e finisce da Vicenza: da dove qualche mese fa Berlusconi parlò rivolgendosi ai vertici di Confindustria e dove ieri è scesa in piazza la Casa delle Libertà, stavolta «spalleggiata» dalla Confindustria: «Ha fatto bene la Cdl ha cominciare proprio da Vicenza a interpretare il disagio per la protesta sociale», secondo l'opinione di Adolfo Urso. Sim. Cap.

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