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di PINA SERENI È INIZIATO il «conto alla rovescia» per il governo Prodi, la cui caduta è «a portata di mano».

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Qui a Vicenza, ha aggiunto l'ex ministro degli Esteri, «scende in piazza la parte migliore dell'Italia. L'Italia che lavora. Caro Silvio - ha proseguito Fini rivolgendosi al presidente di Forza Italia che era accanto a lui sul palco - l'obiettivo di portare questo governo all'opposizione è davvero a portata di mano». Qui a Vicenza - ha poi aggiunto rivolgendosi al leader della Lega Nord, Umberto Bossi, anche lui in piazza «è rappresentato quel nord-est che ti assomiglia tanto: un leone ferito ma combattente». A proposito della manovra, Fini ha sottolineato che «Il cittadino ha il dovere di pagare le tasse ma a condizione che quel dovere trovi corrispondenza nei diritti e nei servizi che lo Stato deve assicurare. Oggi qui abbiamo un centrodestra unito - ha concluso - perchè mai come ora appare chiaro che il conto alla rovescia per Prodi è cominciato. L'avvenire ci appartiene. Siamo transitoriamente all'opposizione e quanto prima torneremo a governare l'Italia». Dello stesso parere Umberto Bossi: «Se la gente vuole e la piazza si muove davvero riusciremo a mandarli a casa», ha detto il leader della Lega in una intervista alla rete televisiva «Antenna3-nordest» a margine della manifestazione. «Dobbiamo prepararci - ha aggiunto - a marciare su Roma. Dobbiamo rompere le scatole a questi signori, perchè la piazza è determinata e perchè la gente è istintiva e non vuole più il governo Prodi ma vuole che vada fuori dalle scatole». Poco prima, dal palco del comizio di Vicenza, il leader del Carroccio si era rivolto a Berlusconi: «Silvio - aveva detto Bossi - ti devo dire che ce l'abbiamo duro ed è anche per questo che qui oggi è pieno di donne». Per il senatore azzurro Maurizio Sacconi quella di Vicenza è stata «una vera mobilitazione di popolo che rende ancora più evidente l'isolamento del governo Prodi. Il successo della manifestazione sotto la pioggia - aggiunge - è dovuto per lo più ad un fenomeno autentico e spontaneo di donne e di uomini del Veneto che avvertono di essere colpiti nei loro interessi, le loro emozioni, i loro valori». Per l'ex sottosegretario al Welfare, quello di Vicenza «è un segnale anche a quelle associazioni sindacali e di categoria le cui burocrazie realizzano compromessi con il governo per esigenze loro e non dei loro associati». Secondo il leghista Roberto Calderoli, Vicenza è un messaggio chiaro al Paese, «che deve capire l'entità di questa dannosa legge Finanziaria», ma anche un invito al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, «che quando cadrà il governo Prodi, dovrà senza impicci chiamare l'Italia alle elezioni anticipate». Per il segretario della Democrazia Cristiana senatore Gianfranco Rotondi, infine, «l'Italia ha dato l'avviso di sfratto a questo esecutivo. La protesta civile della Cdl associata alla proposta di cambiamento radicale della finanziaria sono stati due momenti importanti della giornata di oggi- ha detto Rotondi - Prodi ha il Paese contro, così come una fetta della sua stessa coalizione. Fra poco manca solo che gli giri le spalle Padoa-Schioppa. Visco e la sinistra radicale finora gli hanno dettato l'agenda, e Prodi ora non sa più come uscirne».

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