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di MARZIO LAGHI IL PRESIDENTE del Consiglio? «Bugiardo e pericoloso».

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E Napolitano è uno di loro». Berlusconi va giù duro. Da Vicenza il Cavaliere chiede la testa del capo dell'esecutivo ma se la prende anche con il capo dello Stato. E ribadisce il suo principale obiettivo politico in questa fase della legislatura: spedire a casa Prodi, far cadere il governo di centrosinistra. Il leader del centrodestra arriva in Piazza dei Signori e il popolo della Casa delle Libertà lo accoglie con un applauso e una triplice acclamazione: «Silvio, Silvio, Silvio». Sul palco, accanto al presidente di Fi, il presidente di An Gianfranco Fini, per la Lega Roberto Calderoli, per l'Udc Carlo Giovanardi. Silvio Berlusconi non usa parafrasi. Va dritto al punto. E incita la folla con sapienza. «Mi sono presentato con delle domandine per rendervi protagonisti di questa protesta», dice. Quindi pone una serie di quesiti contro il Professore: «Chi ci ha accusato di criminalità politica? Chi è il premier che ha detto che non avrebbe mai aumentato le tasse? Chi diceva bugie sullo sviluppo del Paese? Chi ha detto più bugie fra Prodi e Berlusconi?». Ad ogni domanda, attende la risposta della piazza, che in coro scandisce ogni volta il nome di Prodi. All'ultima risposta dei manifestanti, Berlusconi conclude: «E allora questo gran bugiardo, pericoloso per tutti noi, mandiamolo a casa». Ma l'attacco è a tutto campo. E non è ancora finito. È come se il Cavaliere impugnasse una mitragliatrice, non certo un fucile di precisione. «Questi signori della sinistra hanno prepotentemente e arrogantemente messo le mani sulle istituzioni - continua - il presidente della Repubblica è uno di loro, così come i presidenti di Camera e Senato. Questi signori della sinistra - ribadisce l'ex presidente del Consiglio - pur essendo primi in elezioni taroccate hanno rifiutato la nostra offerta di collaborazione» e hanno occupato «tutte le istituzioni». Oltre al Quirinale e alle presidenze dei due rami del Parlamento, Berlusconi ha citato la Corte costituzionale, la magistratura, i sindacati e la stampa. «Per questo - ha proseguito il Cavaliere dal palco di Vicenza - non esiste in Italia un sistema completamente democratico perchè non c'è un sistema di pesi e contrappesi». Un discorso duro, quello del leader della Cdl. Ma nel corso del quale Berlusconi non ha lesinato battute. «Mai come questa volta possiamo dire: piove governo ladro - osserva con un sorriso - Il loro agire al governo porta dei disvalori della sinistra comunista e massimalista. Le piante danno sempre gli stessi frutti», aggiunge contestando al governo di aver tagliato i fondi per l'istruzione, l'assistenza e le infrastrutture. «Questa - prosegue - è una Finanziaria tutta rivolta a colpire coloro che non li votano. Per loro la politica è sottomissione del cittadino allo Stato e sottomissione dello Stato al partito allo scopo di togliere a chi ha per far profittare le loro cooperative e le loro clientele. Sette italiani su dieci sono contro questo governo, contro il suo operato, contro questa finanziaria. E questo è un sentimento diffuso in tutta Italia», è l'affondo finale del presidente di Fi. Prima di ripartire, tra gli applausi, Berlusconi ha spiegato che il calo di popolarità del governo Prodi era prevedibile: «Francamente sì, ce lo aspettavamo, perchè sapevamo che all'interno di questa coalizione, che è molto divisa, avrebbe prevalso la sinistra radicale, che con grande coerenza, pone al governo i suoi diktat e a come si è manifestato nel decreto Visco-Bersani e nella finanziaria». E sulla «pesante eredità avuta dal centrodestra», come sostenuto dalla maggioranza, il leader di Fi risponde «sono tutte scuse, come quando si dice che abbiamo organizzato noi fischi allo stadio di Verona che hanno investito Prodi. I nostri conti sono sempre stati in ordine: per cinque anni abbiamo presentato un surplus nelle entrate dell'erario di 28 mila miliardi, proprio grazie alla politica di lotta all'evasione».

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