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L'inchiesta della Procura di Roma

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Per Telecom i pm ipotizzano il reato di insider trading

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È questo il reato, per ora contro ignoti, individuato dalla Procura della Repubblica di Roma nell'ambito dell'inchiesta su Telecom. Un'indagine legata anche al cosiddetto «piano Rovati» e allo scorporo di Tim da Telecom annunciato dall'ex presidente dell'azienda di tlc Marco Tronchetti Provera. I pubblici ministeri milanesi hanno, dal canto loro, aperto un fascicolo conoscitivo sulla vicenda, senza iscritti né ipotesi di reato ma, secondo voci raccolte in ambienti vicini alla Procura e non confermate, se l'inchiesta dovesse avere una svolta i reati ipotizzati potrebbero essere l'insider trading o l'aggiotaggio «manipolativo». Nella Capitale i pubblici ministeri Stefano Rocco Fava e Gustavo De Marinis sono partiti da una prima informativa dalla Consob (la commissione che controlla l'attività della Borsa), dalla quale non emergevano ipotesi di reato, che ricostruiva i passaggi più rilevanti della storia del gruppo telefonico, a partire dall'opa di Roberto Colaninno. La relazione rimandava, peraltro, a ulteriori approfondimenti in corso per i fatti più recenti avvenuti ad agosto e a settembre. In questi due mesi, infatti, si sono accavallati prima le voci e le smentite sulle trattative con l'imprenditore australiano Rupert Murdoch, poi il varo del piano di riassetto con lo scorporo della rete fissa e della telefonia mobile, le roventi polemiche tra Palazzo Chigi e il presidente di Telecom Marco Tronchetti Provera e, come ultimo atto della «saga», le improvvise dimissioni di quest'ultimo dalla presidenza della società telefonica. In attesa di una seconda relazione più aggiornata, che potrebbe passare all'esame della Commissione già questa settimana, o al massimo la prossima, la Procura della Repubblica avrebbe già effettuato propri accertamenti sul titolo Telecom e individuato l'ipotesi di reato. La stessa documentazione, preparata dall'organo di Vigilanza, dovrebbe essere arrivata e arrivare, appena pronta, a Milano, dove il fascicolo era stato peraltro aperto dopo che, poco meno di un mese fa, Guido Rossi, il nuovo presidente del gruppo di telecomunicazioni, ha presentato ieri una relazione con un dettagliato resoconto cronologico di quanto accaduto negli ultimi tempi, compresi i verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione di Telecom dell'undici e del quindici settembre, che avevano rispettivamente varato il piano di riassetto e preso atto delle dimissioni di Tronchetti Provera dalla presidenza. I tre pubblici ministeri milanesi che si occuperanno del fascicolo sono i magistrati Francesco Greco, Carlo Nocerino e Laura Pedio. Al di là delle vicende giudiziarie, comunque, sulla questione dello scorporo della rete fissa di Telecom è intervenuto intanto Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le comunicazioni, che intende portare avanti «un confronto con Telecom Italia, ma anche su un tavolo separato con tutti gli altri operatori». Sul tema della concorrenza nel settore della telefonia, infine, si è espresso anche l'amministratore delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani, che ha sollecitato, per il settore della telefonia fissa, «una separazione commerciale tra la divisione fissa e quella mobile di Telecom Italia e, come seconda misura, tra le modalità di scorporo della rete fissa, un modello che non riguardi solo l'ultimo miglio, ma anche le centrali telefoniche».

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