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Il lapsus dei teodem

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Nel comunicato finale il Partito Democratico diventa Partito Popolare

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È successo ieri, poco prima della conclusione del convegno organizzato dai teodem. In sala arriva un comunicato stampa su carta con il logo www.lareteonline.it (quindicinale online fondato da Enzo Carra che servirà per continuare il dibattito aperto dai teodem). Nelle prime righe si legge: «Si conclude oggi, sabato 14 ottobre, il seminario su "valori e politica nella società post secolare". Giornata di chiusura che vede però prendere il via il percorso di costruizione del nuovo Partito Popolare». Partito popolare? In sala c'è un momento di imbarazzo. Si corre subito ai ripari. Dieci minuti e il comunicato, riveduto e corretto, viene nuovamente distribuito. Al posto del «nuovo Partito Popolare», ovviamente, compaiono le parole «il nuovo Partito Democratico». Evidentemente si è trattato del classico «lapsus freudiano». Un lapsus che, però, sembra confermare la versione secondo cui, tra ex Ppi e teodem le distanze sono tutt'altro che abissali. Anzi, a giudicare dal documento presentato ieri dai teodem, l'unico problema è intendersi. Difficile pensare, infatti, che Marini e Castagnetti non condividano la parte del testo in cui si dice che i valori e le radici della Dc «non sono stati sconfitti come è avvenuto per il comunismo». E anche sui nove punti elencati dai teodem (visione personalista della libertà, rifiuto della guerra, etica del limite, mercato come strumento di civilizzazione, equità sociale, autonomia dei corpi intermedi, qualità della democrazia, visione integrale dei diritti umani e ruolo della famiglia) l'accordo sembra possibile. N. I.

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