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«Non vogliamo fare nessuna corrente»

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Enzo Carra minimizza le polemiche con gli ex Ppi: «Anche tra di noi c'è pluralismo»

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Enzo Carra è un teodem cioè uno dei promotori del seminario che si conclude oggi a Roma. Ma Enzo Carra, oggi deputato della Margherita, è anche un'ex Dc (è stato per anni il «braccio destro» di Forlani). Così non può passare in secondo piano il fatto che, oggi, abbia scelto di percorrere una strada diversa da quella di Pierluigi Castagnetti e dei Popolari. Lui, però, non sembra troppo preoccupato anche se ci tiene a dire che la volontà dei teodem non è certo quella di costruire «una corrente cattolica all'interno della Margherita o del Partito Democratico». Onorevole i cattolici della Margherita sono in guerra? «Non trovo nulla di strano che, dopo la fine dell'unità politica dei cattolici, ci sia pluralismo anche tra noi». Pluralismo? «Partendo dallo stesso orientamento ideale ci sono, per fortuna, visioni diverse e orientamenti diversi su presente e futuro». Ieri, al vostro convegno, Castagnetti ha avuto un botta e risposta molto duro con il professor Riccardi. Semplice pluralismo? «Personalmente sono d'accordo con Riccardi che ha semplicemente detto che è ora di lasciare stare le tradizioni su cui tutti siamo d'accordo per pensare al futuro». Insomma Castagnetti è ancora ancorato al passato? «Sarebbe grave se il nostro salvacondotto all'interno del futuro partito fosse semplicemente l'esaltazione continua della tradizione. Noi, in questi giorni, abbiamo cercato di sottolineare la parte progettuale e di contenuti. Su questo credo che anche Castagnetti e i Popolari dovrebbero convergere. Quello di ieri, è stato un botta e risposta tra amici». Rutelli, però, sembra essere d'accordo più con voi che con Castagnetti? «Rutelli ha ribadito l'importanza dei valori della tradizione cattolica. Ovviamente la nostra non è un'azione integralista sappiamo che questi non possono essere gli unici valori per il futuro». Insomma è tutto sotto controllo? «Siamo ancora lontani dal punto di arrivo, nei prossimi mesi ci saranno molti dibattiti, anche tesi. Sono un segno della vitalità del partito». Nel 2007 ci sarà anche il congresso della Margherita. Prevede più mozioni? «Le mozioni mi ricordano un congresso di tipo marxista. Personalmente troverei un'altra forma. Noi oggi presenteremo un documento. Da qui mi piacerebbe partire per lavorare con altri alla stesura di un testo più ampio che possa fare da sintesi tra diverse sensibilità. Per ora abbiamo sentito parlare molto, ma di scritto non c'è niente». Crede che l'asse Marini-D'Alema vi creerà problemi? «Non ho notizia di assi tra Marini e D'Alema. Certo, il partito non è ancora nato e già si parla di assi. Chi mette in giro queste voci probabilmente lo fa per creare problemi. Tra l'altro non sono convinto che questo asse sarebbe maggioritario. Il futuro partito, infatti, si apre ad una pluralità di soggetti che va ben oltre i partiti». N. I.

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