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Mussi prepara la fuga dalla Quercia

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Il ministro: «Sbagliato sciogliere i Ds nel Partito Democratico»

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Non sembra esserci alcun dubbio su quello che sarà l'iter che la sinistra Ds attuerà nei prossimi giorni in merito alla nascita del nuovo Partito Democratico. Ieri a rimarcarlo, una riunione di tutti i parlamentari e i coordinatori regionali dell'area con a capo il coordinatore nazionale, Fabio Mussi. Al termine dell'incontro è stato proprio il ministro a spiegare quelle che sono le loro prossime intenzioni, a cominciare da un manifesto politico, di opposizione alla proposta di sciogliere la Quercia per confluire nel Partito Democratico, che verrà presentato a novembre e sarà firmato da tutte le componenti del correntone Ds. «Il manifesto - ha detto Mussi - rappresenta una posizione politica, un contributo, perciò non prelude a una scissione perché noi abbiamo combattuto, in questi anni, tante battaglie in Parlamento e nella società, dalla questione dell'Iraq alla battaglia contro il berlusconismo, ai diritti dei lavoratori, ai diritti civili. Siamo stati sempre in prima fila nelle battaglie elettorali, dando un contributo ai Ds e alla sinistra e per far vincere i Ds, l'Ulivo e il centrosinistra». Mussi ha poi ricordato che all'ultimo congresso della Quercia le mozioni delle minoranze hanno ottenuto il 20% dei consensi, ed ecco perché secondo il ministro dell'Università non si può assolutamente «parlare di scissione. Avere un'altra idea politica non significa essere scissionisti, non ci è mai passato per la mente una scissione, ma se si fa un altro partito uno può scegliere di aderire oppure no e il nostro dissenso dal progetto del Partito democratico è integrale». «Continua a non fare notizia - ha aggiunto - che la costituzione del Pd non sia mai passata attraverso un vaglio formale, all'ultimo congresso si parlava di federazione dell'Ulivo, che poi non si è mai riunita. Mentre il Pd supera i Ds, li scioglie e li supera, un partito che non ha più né nel nome, né nel simbolo né la sinistra, né il socialismo» e tutto questo, denuncia il correntone, viene considerato «un fatto ineluttabile, già deciso», seppure «non c'è un testo, o un documento in cui la nostra gente abbia potuto esprimersi». Al Correntone, insomma, non piace né il fatto che il Pd rappresenti solo la fusione di due partiti, i Ds e la Margherita, né la mancanza di un'identità, di valori di una rappresentanza sociale. «Si discute di forme e organizzazione - ha continuato Mussi - di gazebo o meno, ma per andare dove? Verso dove non si capisce». Sulle prossime inziative che verranno messe in atto dal Correntone anche quella forse, della candidatura di un segretario al prossimo congresso Ds. Ma non solo. «Chiederemo garanzie serie per un congresso democratico - ha proseguito il ministro - anagrafe degli iscritti nota, data di "fixing" degli iscritti al momento stesso in cui il consiglio nazionale indice il congresso come previsto dallo statuto e che quando si vota sui nomi lo si faccia con voto segreto, a partire dal nuovo segretario, se si decidesse per un pronunciamento diretto della base congressuale». L'idea di «sinistra» che hanno i membri del Correntone Ds, come è emerso dalla riunione di ieri, è quella di una «una sinistra di ispirazione socialista aperta alle culture critiche nate anche fuori del Pse, come l'ambientalismo». «Per quanto riguarda le forze comuniste - ha detto Mussi - noi abbiamo risolto quella questione nel 1989, è evidente che un nuovo rapporto a sinistra comporta un'evoluzione di tutte le forze in campo, confidiamo che la formazione del Partito Democratico rimetta in moto tutti, ma i riferimenti internazionali di una grande formazione italiana devono essere più ampi del partito della Sinistra europea».

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