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L'AUTHORITY ha deciso che non deve andare in onda il servizio che avrebbe mostrato i risultati del «drug wipe».

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Pronta la reazione degli autori del programma di Italia 1: «Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino quella dei guaritori filippini e dei ladri di motorini - protesta cDavide Parenti, "papà" del programma - figuriamoci quella dei deputati». Sotto accusa il metodo usato dagli inviati delle Iene. Ma sentiamo cosa hanno detto gli autori dello «scoop a metà», Paolo e Luca: «Abbiamo preso un campione di 50 parlamentari, non sappiamo chi sono. Tutti i campioni sono stati messi in un sacco: a noi interessava il peccato e non i peccatori, come sempre nella storia delle Iene. Gli intervistati non si vedono, hanno il visto coperto da un effetto ottico». E sulla decisione del garante? «Certo, restiamo con l'amaro in bocca. Ma anche se siamo Iene rispettiamo l'autorità, non possiamo fare altrimenti». Mar. Coll.

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