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di LUIGI FRASCA LUSSEMBURGO — La Finanziaria non cambierà: «A Natale sarà la stessa di ora, solo qualche aggiustamento».

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Fuga così i timori dell'Unione europea sui rischi di un ammorbidimento o stravolgimento della legge in Parlamento. Del resto il commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia, lo ha detto chiaramente: «Vigileremo attentamente sull'iter parlamentare della manovra attraverso uno stretto monitoraggio». Il ministro si dice quindi disponibile a recepire in emendamenti i suggerimenti che dovessero arrivare nelle prossime settimane da Bruxelles. E lancia un severo avvertimento a tutti quelli che - anche nella maggioranza - ancora sperano in cambiamenti sostanziali della manovra. Il messaggio è chiaro: «Da qui alla fine dell'anno ci potrebbero essere tre Finanziarie». Ma - assicura il ministro - quella approvata alla fine dell'anno sarà la stessa presentata in Parlamento. «Non saranno toccati i muri maestri. Solo qualche stucco e qualche tramezzo». Niente di più. Anche perchè la manovra presentata alle Camere «ha tutte le caratteristiche richieste dall'Ue per dimensioni, obiettivi, carattere strutturale e incremento dell'efficienza della pubblica amministrazione». L'Eurogruppo e il commissario Ue agli Affari economici Almunia lo hanno riconosciuto, dando così a Padoa-Schioppa quella sponda europea che cercava e che gli sarà molto utile per difendere la manovra nel corso del suo iter parlamentare. Le tante critiche piovutegli addosso nelle ultime settimane sembrano non scomporre più di tanto l|ex banchiere centrale: «I mal di pancia? Io uso la testa. E per la testa ci vuole più tempo. Padoa-Schioppa non è tenero neanche con le agenzie di rating e sul rischio di una loro eventuale bocciatura della Finanziaria: «Aspetto con tranquillità il loro giudizio. Ma troppe volte ho visto le agenzie di rating essere le ultime a rendersi conto della situazione. Per questo non dò loro il rango di giudici ultimi. Se, come sono convinto, la Finanziaria passerà immutata nei suoi capisaldi, allora si riconoscerà che è stata un vero e proprio punto di svolta». Il ministro respinge punto per punto le accuse mosse alla manovra. Colpisce soprattutto il ceto medio? «Se la si legge attentamente ci si accorge che il prelievo netto sul cittadino è una quota modesta, 5 miliardi su 30. Il resto viene da una migliore organizzazione dell'amministrazione pubblica». I tagli ai comuni? «Certamente dovranno fare delle economie, ma non credo che dovranno intaccare le prestazioni. Confido nella loro comprensione». La riforma delle pensioni: «Ne ho parlato con Almunia -spiega Padoa-Schioppa - e gli ho detto che sono ottimista sulla trattativa, perchè le parti condividono la logica di fondo, a partire dal principio dell'allungamento dell'età pensionabile». Quanto ai timori che un rialzo di tassi possa frenare l'azione di bilancio del Governo: «Non credo che sulle politiche di bilancio possa avere influenza un rialzo o meno di un quarto di punto dei tassi da parte della Bce». C'è poi la tanto contestata operazione Tfr per coprire la riduzione del cuneo fiscale. Anche qui l'avallo ricevuto da Bruxelles rafforza immensamente la posizione del ministro: «Ero sicuro che la norma avrebbe superato l'esame dell'Eurostat, ma non mi aspettavo un primo giudizio positivo così rapidamente».

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