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De Tilla: «Non finiremo al supermercato»

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«D'accordo sulle liberalizzazioni, ma non possono essere fatte svendendo le professioni»

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«Saremo oltre 15mila e faremo valere le nostre ragioni». Presidente, allora è scontro aperto? «Certo. Non abbiamo altre scelte. Per noi è inaccettabile continuare in questo modo. Prima il decreto Bersani, poi la legge Finanziaria. Il governo non può continuare ad intervenire senza confrontarsi con noi». In che senso? «Nel senso che dal governo nessuno ha preso l'iniziativa di contattarci prima di varare le riforme del settore delle professioni». Possibile? Eppure la concertazione la bussola di Prodi? «Proprio così. Bersani non ci ha mai voluto ricevere. Il decreto sulla liberalizzazione delle professioni è stato varato senza ascoltare le categorie interessate. Un comportamento che non ha precedenti e che è contro la democrazia». E perché secondo lei? «Perché hanno paura del dialogo. Sapevano che avremmo rinfacciato loro che sull'abolizione dei minimi tariffari per attività riservate stavano andando contro il programma dell'Unione. Che introducendo il patto di quota lite avrebbero sconvolto il nostro sistema, permettendo agli avvocati di guadagnare i propri compensi sulla base del risarcimento dei loro clienti. Un meccanismo vietato in tutta Europa ed ammesso solo negli Stati Uniti». Poi c'è la questione del diritto di pubblicità per gli avvocati… «Anche qui c'è molto da dire. Non sono previsti controlli. Non c'è alcuna possibilità di evitare annunci fraudolenti ed ingannevoli. Altro che benefici per i consumatori. Noi non siamo contrari alla liberalizzazione, ma se questa deve essere fatta svendendo le professioni, noi non siamo d'accordo. Diciamo no alle professioni da supermercato». Che cosa chiedete al Governo, allora? «Una riforma condivisa che affronti con serenità i problemi del mondo professionale. È necessario intervenire per favorire la professionalità stessa della categoria. Dare il giusto spazio ai giovani, promuovendo e sostenendo le attività di chi è da poco nel settore. Ed infine interventi che mirino ad un aggiornamento del mondo professionale mettendolo al passo con la realtà, e tutelando al tempo stesso l'indipendenza e la libertà della categoria». Ma il governo si è voluto vendicare perché il mondo delle professioni è vicino al centrodestra? «Ma per carità. Ci sono tanti, e glielo posso assicurare, che hanno votato centrosinistra nelle scorse elezioni. Scelta che già hanno rimpianto amaramente». E dopo la protesta di piazza? «Noi continueremo a portare avanti le nostre idee anche se per ora non ci sono spiragli». Dar. Cas.

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