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Il leader di An: «Il no al corteo è una masturbazione mentale»

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Nel prossimo futuro: fondamentale il raccordo con l'esterno, chiedere idee agli «altri mondi», fare analisi, senza avere paura di perdere la propria identità. Gianfranco Fini, appare così all'apertura dell'assemblea di Alleanza nazionale. Concetti chiari sul da farsi, su quello che è il futuro di An, su quella che deve essere l'opposizione al governo Prodi. Idee lanciate alla platea, dove era presente tutto il suo partito, chi perfettamente in linea con le sue parole, chi un po' meno. Un discorso, quello del presidente di An teso sin dall'inizio a rimarcare quella che dovrebbe essere la posizione di Alleanza Nazionale, per, come spiega Fini, «potersi rivolgere così alla vasta platea degli italiani che nutre speranze e sogni proprio in questo partito». La novità dell'assemblea sicuramente la presentazione di una risoluzione firmata da tutto l'esecutivo del partito di via della Scrofa, che altro non è che una sorta di «attualizzazione» del documento presentato da Gianfranco Fini nello scorso luglio, documento che, come Fini stesso rimarca, «ha caricato di responsabilità il partito e ha avviato un dibattito proprio nel momento in cui il centrodestra era in piena sindrome post elettorale». Nella risoluzione presentata ieri pomeriggio sono quattro i motori portanti. Si comincia chiaramente da quello più in discussione in questi giorni, da quello con cui si vuole cominciare a fare opposizione e cioè la finanziaria, che come accusa Fini, senza utilizzare mezzi termini, «proletarizza il ceto medio». Il leader di An, inoltre, parlando di Finanziaria replica a Silvio Berlusconi, il quale - al Tempo - ha parlato di «masturbazione mentale» in merito alle ipotesi di manifestazione della Cdl contro la manovra economica. «Pensare che se si scende in piazza contro la Finanziaria - dice Fini - il centrosinistra si ricompatta e il governo si rafforza è una "masturbazione mentale". Non c'è alcun nesso tra il tentativo di cambiare la Finanziaria in Parlamento ed una eventuale mobilitazione». Dunque sì a scendere in piazza, probabile teatro, Roma, probabile data, fine novembre. E aggiunge: «Contro questa Manovra è necessaria una grande battaglia, una grande mobilitazione, che non vuol dire solo andare nelle piazze, ma allargare il dialogo città per città. L'opposizione si fa appoggiando chi protesta, anche nei luoghi in cui i lavoratori si riuniscono», dice Fini parlando alla platea e augurandosi che la Cdl non si divida sull'opzione piazza sì, piazza no, sarebbe "stupido" spaccarsi su questo. Anche perché Prodi cadrà - assicura - e non per colpa della sinistra radicale: il punto di crisi è al centro, nei settori della Margherita o di Mastella». Il secondo punto chiave, anche questo di grande attualità, l'immigrazione e l'integrazione degli stranieri in Italia. Anche qui, Fini ribadisce la sua posizione, ricordando i risultati positivi della Bossi-Fini «in termini di lotta alla clandestinità. Non condividiamo - aggiunge - la proposta di legge del governo sulla cittadinanza, poiché è eccessiva la riduzione da dieci a cinque anni del tempo minimo di residenza legale. Ma il vero problema, continua, è la verifica della reale volontà di chi vuole diventare cittadino». Ed è proprio sul concetto di cittadinanza che il presidente di An tiene a precisare che si tratta «di una scelta, non di un diritto da concedere ad ogni caso». Terza questione: i giovani. «Dopo aver valorizzato il ruolo della donna, spiega Fini, ora vogliamo riavvicinare il centro destra al mondo giovanile, tornando a far sognare i ragazzi». La destra secondo Fini, deve essere per i giovani una «sorta di serbatoio di valori di vita, a cui essi possono attingere, creando una rete tra loro e dando maggiore attenzione ai loro suggerimenti spesso importanti». Per ultimo, ma forse il punto di inizio la «forma partito» e cioè il modo in cui si intende essere. «È necessario - dice Fini - navigare in mare aperto, avendo come meta d'arrivo il partito unitario, con la volontà di parlare ad una platea più ampia

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