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«SPINGIAMO la Casa delle Libertà.

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Suonerà la carica Gianfranco Fini oggi pomeriggio all'assemblea nazionale di An. Un'esortazione ad andare avanti, a spingere sull'acceleratore visto che l'era di Prodi, per la destra, sta per volgere al termine. Fini tornerà dunque a parlare al suo partito oggi. Prima vedrà l'esecutivo nel mattino, nel pomeriggio parlerà al parlamentino di via della Scrofa. E, stando alle anticipazioni, il discorso dell'ex vicepremier conterrà due indicazioni fondamentali: una rivolta verso l'esterno e una verso l'interno del partito. Nel primo caso Fini spiegherà che il quadro politico è fortemente mutato nelle ultime settimane. Il governo sembra sull'orlo del baratro: se a luglio sembrava in affanno, oggi appare a un passo dalla crisi. «La legge Finanziaria, a oggi, è stata criticata da tutti, eccetto che da Prodi e dal ministro Padoa-Schioppa - è il ragionamento del leader di An -. Il nostro giudizio è negativo perché si tratta di una legge classista che parte dal presupposto, come ha scritto il manifesto di Rifondazione comunista, che bisogna far piangere i ricchi. Il guaio è che per la sinistra radicale i ricchi non sono i miliardari ma coloro che guadagnano da 40mila euro lordi in sù». «È stato il ministro Visco - sottolinea il capo della destra - a dire che a partire da questa cifra ci sarà un aggravio del prelievo fiscale. Dunque, è una Finanziaria che colpisce tutto il ceto medio. Colpisce i commercianti, i dipendenti che non hanno uno stipendio bassissimo: in buona sostanza colpisce il 95% degli italiani». Fini chiederà a tutto il partito di mobilitarsi sul territorio, di essere al fianco delle categorie. Non una manifestazione di piazza, dunque, ma al fianco di tutte le manifestazioni che si svolgeranno sul territorio. E non solo delle categorie. Il Presidente di An girando per le strade in questi giorni ha incontrato spesso elettori «preoccupati». «C'è un senso di angoscia diffuso - ha commentato con i suoi -. Il partito deve essere al fianco degli italiani, di tutti gli italiani. Dagli autonomi ai pensionati, dai ceti organizzati ai semplici cittadini». Il senso è rimettere in moto la Casa delle Libertà, riprendere l'iniziativa, spingere la coalizione. Si è chiusa insomma la fase della differenziazione, dei centristi che provano a distinguersi. Ora è il momento di restare uniti per evitare che Prodi superi l'esame della Finanziaria, evitare che arrivi a mangiare il panettone. In questo quadro è probabile che il leader di An rilanci anche il tema del partito unico, sebbene in prospettiva perché in via della Scrofa c'è ancora qualche resistenza. Il partito, dunque. Sarà l'altro argomento dell'intervento finiano che arriva al culmine di un processo iniziato nel luglio scorso. Quando Fini lanciò la Fiuggi 2 presentando il primo documento strategico sul futuro della destra e del centrodestra dopo almeno otto anni dalla conferenza programmatica di Verona. Dopo si aperta una «fase di ascolto» durante la quale il leader ha ricevuto i sugggerimenti di svariati settori, dagli intellettuali al volontariato. Ora si tirano le somme anche dei centinaia di contributi che sono giunti. Fini è soddisfatto della risposta ricevuta e potrebbe aprire forum permanenti. Resta da decidere che fare. An sembra aver imboccato una strada chiara, che è quella della «riscoperte delle bandiere». La destra vuole tornare sui passi delle battaglie storiche che possono creare consenso e aggregazione anche oltre i propri confini elettorali. Si parte - anzi, si è già partiti - dall'immigrazione, dalla lotta a quella clandestina. Già alla Camera due giorni fa Maurizio Gasparri e Giulia Buongiorno hanno attaccato duramente il fatto che, attraverso l'esame della proposta di legge per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, attualmente in sede di commissione Giustizia, la maggioranza sta cercando di cambiare «in modo surrettizio» la legge Bossi-Fini sull'immigrazione. È un primo assaggio, ne seguiranno altri. F. D. O.

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