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Negli ultimi 3 anni la pressione tributaria è cresciuta del 16%. Nuovo salasso in arrivo

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Le tasse locali sono destinate a lievitare ancora con la Finanziaria 2007. Il governo, infatti, ha dato mano libera a sindaci e presidenti di Province e Regioni su Ici, addizionali, tasse di scopo e imposta di soggiorno e altri tributi. Una mossa necessaria per evitare il collasso delle autonomie locali a cui sono stati tagliati fondi per 4,3 miliardi di euro. C'è da scommetterci, quindi, che gli amministratori locali useranno tutte le armi a loro disposizione per far quadrare i bilanci. Tradotto: le famiglie si preparino a mettere mano al portafoglio. Come, d'altronde, è avvenuto negli ultimi tre anni: le entrate tributarie locali hanno registrato un aumento del 16%. Comuni, Province e Regioni, cioè, hanno incassato nel 2004 ben 68,6 miliardi di euro tra Irap, Irpef Regionale, imposte Rc auto, Ici, Irpef Comunale. Un valore che segna una crescita di 9,4 miliardi di euro rispetto ai 59,2 miliardi di incassi del 2001. A fare i conti è il Centro Studi Sintesi di Venezia che ha analizzato la pressione tributaria (imposte e tasse) a livello locale. Secondo lo studio, nel 2004 è stata quasi di 1.200 euro la pressione tributaria locale per abitante contro i 1.000 euro nel 2001. Una cifra imponente, cresciuta di anno in anno con un certo impatto nel sostenere lo sviluppo delle economie locali. Dopo aumenti così rilevanti i cittadini si aspettavano una boccata d'ossigeno. E invece no. Il viceministro dell'economia, con la sua riforma fiscale, ha modificato scaglioni di reddito e aliquote d'imposta. Un'operazione, secondo l'Esecutivo guidato da Romano Prodi, che andrà a vantaggio del 90% dei contribuenti. In realtà, come già è stato messo in evidenza dalle associazioni dei consumatori, nel complesso la Manovra è a saldo negativo. In altre parole a rimetterci saranno tutti, non solo i più ricchi come ripete da giorni il Governo. E il risultato è dovuto in primo luogo all'aumento delle tasse locali in arrivo. Secondo l'analisi condotta dal Centro Studi Sintesi, sono i residenti nelle regioni del Nord della Penisola ad essere i maggiori contribuenti. Nel 2004 la pressione fiscale locale in Valle d'Aosta era di duemila euro, doppia rispetto a quella registrata in Calabria (ultima regione come sforzo fiscale locale) con 621 pro-capite. Notevoli sacrifici sono stati richiesti anche ai cittadini lombardi (1.595 euro pro-capite), ai laziali (1.512 euro), ai piemontesi ed emiliani (1.460 euro) e ai toscani (1.329 euro). Sotto la media nazionale e nei posti più bassi in questa particolare classifica si trovano invece la Sicilia (685 euro), la Basilicata 722 euro e la Campania (739 euro). Ad avere la mano pesante sono soprattutto le Regioni (774 euro). Più contenuta la pressione fiscale a livello comunale (337 euro), mentre le province evidenziano un dato molto inferiore (73 euro) in virtù delle minori competenze a loro assegnate. La ricerca ha anche analizzato il trend di crescita dell'imposizione nelle varie Regioni italiane dal 2001 al 2004 (ultimo dato disponibile). Crescite molto consistenti, quasi doppie rispetto alla media nazionale (15,7%), si sono registrate in Sardegna (+28,3%) e in Sicilia (+27,6%). Crescite superiori alle media nazionale si sono registrati anche nelle Marche (+23,9%), in Lombardia (+19,8%), in Valle d'Aosta (+19,2%) e in Basilicata (18,6%).

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