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I ricercatori: no alla riduzione degli stipendi

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I vari punti della manovra che è stata illustrata ieri con magnificenza dal ministro Mussi non soddisfa pienamente le organizzazione sindacali dei ricercatori e le associzioni universitarie. C'è perplessità per la creazione di un'Agenzia per la valutazione delle sole strutture universitarie introdotta con decreto legge (a cui seguiranno i decreti attuativi). Soddisfazione, invece, per l'impegno annunciato dal Ministro di voler presentare immediatamente un ddl condiviso per l'istituzione della terza fascia docente. Nell'incontro con Mussi le organizzazioni dei ricercatori universitari hanno ribadito la necessità e l'urgenza del monitoraggio della riforma dell'ordinamento didattico (3+2). Hanno pure lamentato la pesante carenza delle risorse prevista dalla manovra per l'Università e la Ricerca e hanno chiesto l'impegno del Governo per una sensibile correzione in sede parlamentare, in primo luogo a sostegno di un piano straordinario pluriennale per il reclutamento in ruolo di giovani ricercatori. Un secco no poi è stato pronunciato contro il taglio generalizzato degli scatti biennali delle retribuzioni finalizzato alla mera riduzione della spesa. Il Ministro ha annunciato, in quanto obbligo di legge, la prossima emanazione del DPCM sull'aumento ISTAT delle retribuzioni dei docenti. Mussi si è pure impegnato a continuare il confronto con le Organizzazioni universitarie sia durante l'iter parlamentare della legge finanziaria che sui successivi provvedimenti riguardanti l'Università e, in particolare, sui decreti attuativi dell'Agenzia di valutazione. E siccome erano già in stato d'allerta le organizzazioni dei ricercatori hanno confermato lo stato di agitazione già proclamato.

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