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di CLAUDIO BELLUCCI NOVECENTOSETTE milioni di euro.

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E non basta. L'«onorevole» vuole di più. Ottiene di più. Sofisticati micro-computer. Uffici più belli e più grandi. Più parcheggi. Più autoblu. Finito? No. Pure la carta riciclata ecologia. Per non inquinare. Ovvio. E tutto ciò mentre il governo chiede lacrime e sangue agli italiani con la Finanziaria. Quasi un miliardo di euro. Dalle parti di Montecitorio non tira aria di austerity. I deputati chiedono altri privilegi. Altri beni e servizi. Lo fanno presentando ordini del giorno al collegio dei deputati questori. L'organo che tiene il cordone della borsa, per intenderci. Libero questo, poi, di accettarli (quasi sempre), respingerli (mai) o accoglierli come raccomandazione. Insomma, le letterine ci sono. Santa Claus pure. Pazienza per la data. Alla Camera il Natale arriva tre mesi prima. Quali sono i desideri più ricorrenti dei rappresentanti del popolo? Semplice: quelli del popolo. A partire dal comparto high tech. Nel 2005 la Camera ha speso circa 4 milioni di euro di informatica. Hardware e software. Bastano? Non bastano. L'ordine del giorno 2/26, firmato dal capogruppo dell'Udeur Fabris e altri colleghi, chiede «un piano di acquisizione di strumenti informatici portatili di ultima generazione, ad esempio i palmari Blackberry, da assegnare ai singoli deputati al fine di permettere loro di svolgere al meglio la loro attività». Accettato. I deputati avranno i minicomputer. Costo, intorno ai 469 euro al pezzo. Per 630 parlamentari. Basta? Non basta. L'ordine del giorno 2/21 del deputato Jannone (Fi) e altri, chiede «la predisposizione dell'impianto Internet wi-fi senza fili (e senza costo, ndr) nell'aula della Camera». Accettato. L'onorevole Grillini (L'Ulivo) non lascia. Raddoppia. E ottiene, con l'ordine del giorno 2/13, che Internet wi-fi sia esteso anche al Transatlantico. Basta? Non basta. Se l'Aula e il Transatlantico sono sistemati, i Gruppi parlamentari non possono essere da meno. Sicché i deputati questori accolgono l'odg 2/23 Fabris (Udeur) per «un significativo incremento degli stanziamenti per l'adeguamento informatico». Di fronte a tutta questa tecnologia, però, il membro della Camera rischia di trovarsi spiazzato. Niente paura. Ci pensa l'onorevole Fratta Pasini (Fi). Ordine del giorno 2/22. Data «la crescente informatizzazione dell'attività dei parlamentari si chiedono corsi di informatica per i deputati». Richiesta accolta. Si passa alle infrastrutture. Nella nuova legislatura i gruppi parlamentari sono lievitati. Da 7 a 16. Logico che si siano creati problemi di spazio. Soprattutto a discapito delle formazioni nuove e più piccole. L'Udeur, però, non ci sta. I mastelliani sono stati confinati in un Palazzo attiguo a Montecitorio che si chiama «ex Alto Lazio». Brutto. Davvero brutto. Sicché Fabris, sempre lui, è riuscito a ottenere, attraverso l'approvazione dell'ordine del giorno 2/30, «lo svolgimento di lavori di ristrutturazione per riportare la struttura agli standard propri della Camera». Ciò nell'attesa che Montecitorio proceda all'acquisizione di nuovi immobili. Come stabilito dall'odg 2/25. Anche perché, in affitti, la Camera ha speso, nell'ultimo anno, 31 milioni. E i parcheggi? «Il numero dei posti per le auto dei parlamentari si è ridotto nel corso degli anni», ordine del giorno 2/28. Che fare allora? «Individuare nuove aree di parcheggio nelle vicinanze». Accolto. Teodoro Buontempo (An) ha ottenuto che si proceda a una nuova gara per le assicurazioni dei deputati (Odg 2/5). Attualmente, la Camera spende 2,7 milioni. Meno fortuna hanno avuto altre proposte. Accettate solo come raccomandazione. E dunque non vincolanti. Allo stato, i deputati non godranno degli stessi privilegi dei senatori. E dire che Ronconi e Barbieri (Udc) avevano richiamato un sacrosanto principio. «Il referendum sulle riforme costituzionali ha confermato il bicameralismo perfetto». Perfetto anche nei benefit. E invece niente da fare. Addio barbiere gratis e diaria più sostanziosa. Almeno per il momento. Rimangono sulla carta le richieste di più soldi per i gr

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