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«Cattolici sempre più centrali ma in Europa c'è troppa paura»

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Colori accesi, quelli del quadro: come i pensieri di Pera, che non lasciano spazio al dubbio quando l'oggetto della critica è il governo Prodi. Presidente Pera, si parla sempre di una Finanziaria "lacrime e sangue": il martirio degli italiani, in una nazione di cattolici, continua? «Sì, anzi io prevedo che continuerà ancora per un po', perché dopo essere uscita dal Consiglio dei Ministri la Finanziaria avrà un percorso piuttosto accidentato, alla Camera dei Deputati. Li si vedrà la Finanziaria bis: non esce certamente definita da Palazzo Chigi. Inoltre, è una manovra con una maggiore pressione fiscale, dappertutto. Sembra perciò una Finanziaria della vendetta sociale, che peraltro corrisponde molto bene alla filosofia di questa coalizione, e del Presidente del Consiglio». Quindi una Finanziaria tagliata apposta contro il ceto medio, che storicamente vota Casa delle Libertà? «Sì, non si comprende che, nell'Europa di oggi, colpire il ceto medio vuol dire colpire il cuore di un paese. Impedirgli anche il decollo economico. Insomma, non si può pensare di cucinare le uova e ammazzare la gallina, quello che sta facendo Prodi. Credo che la vita del governo Prodi è segnata, cioè il governo è già superato nella opinione dei parlamentari e anche nell'opinione pubblica. Si deve soltanto evitare l'accanimento terapeutico - e non so se la spina sarà tolta durante la Finanziaria o immediatamente dopo - ma è evidente che nella coscienza media del parlamentare di centrosinistra, Prodi è già un "fu Prodi"». Quindi, secondo lei, Prodi ha già scritto il testamento biologico per il suo governo? «Sì, oltretutto contribuisce molto la sua personalità. È una persona particolarmente ostinata, assolutamente poco duttile, poco portata alla mediazione, molto arrogante, talvolta sprezzante e un po' cattivo. E questo è un aiuto alla crisi del suo governo». Anche il riferimento alle guardie svizzere, quando ci fu la brutta battuta su Papa Ratzinger... «Sono delle gaffe dal sen fuggite, cioé quando fa una gaffe Prodi svela quel che è. In quel caso era il tipico atteggiamento del cattolico adulto molto sprezzante nei confronti della voce del Vaticano, altre volte c'è il suo atteggiamento di fondo antiamericano, altre il suo filoislamismo. Questo è Prodi, questo era Prodi ed è rimasto Prodi. E sempre Prodi sarà». Al Senato, quale sarà l'accoglienza a Prodi, in vista delle sue future "spiegazioni" dopo quello che è accaduto alla Camera? «Io credo che Prodi abbia commesso proprio un errore di presunzione, o di arroganza. Dicendo immediatamente di sì, cosa che era più che normale, il danno sarebbe stato certamente contenuto. E invece è stato sprezzante nei confronti del Parlamento, e molto nei confronti del Senato, perché non si era mai visto che addirittura il Senato votasse per avere un Presidente del Consiglio in aula. Un premier, a richiesta, viene: negozia sulla base dei suoi impegni la data, ma non dice "non vengo". Ha detto "non vengo", si è dovuto rimangiare la parola, si è preso una piccola soddisfazione di rinviare il più possibile l'incontro con il Senato, perciò non credo che i senatori lo accoglieranno con molta soddisfazione: un grave errore di supponenza». Intanto però il governo mette le mani sulle aziende, chiede l'azzeramento dei vertici degli enti, e ha iniziato con la Rai, sostituendo anche persone che erano vincenti nei loro ruoli, come ad esempio il direttore del Tg1 Clemente Mimun. «Questo veramente a me è sembrato uno scandalo, perché il direttore del Tg1 è un grande professionista, molto equilibrato e - obiettivamente - ha portato a dei grandi successi il telegiornale. Che cosa si poteva rimproverare a Mimun? Solo il fatto di essere stato scelto precedentemente: ma se questo è, allora è una vendetta di carattere personale. Esattamente quello che ha in mente Prodi, e i suoi. D'altro canto, il buongiorno si vede

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