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Raffica di aumenti e tagli ai servizi dall'Irpef alla sanità

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Una vigilia di fuoco con il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa che dopo l'incontro insieme ai colleghi del governo con le parti sociali, si è rinchiuso al ministero di via XSettembre per la stesura finale della Finanziaria che oggi sarà varata dal Consiglio dei ministri. A stare con il fiato sospeso è soprattutto il ceto medio che teme la scure sul proprio reddito, sulle rendite finanziarie nonchè sui alcuni beni come le auto di grossa cilindrata e le proprietà immobiliari. Ed è su questa fascia di contribuenti che si è scatenato il braccio di ferro tra l'ala moderata della maggioranza e la sinistra radicale. Tant'è che ieri sera, per evitare di creare altra tensione, Padoa Schioppa si è presentato all'incontro con le parti sociali con un testo di cornice, senza cifre. Ha iniziato a smentire alcune voci di un aumento della manovra a 32 miliardi confermando che sarà di 30 miliardi. Smentiti anche interventi sulle pensioni: il confronto partirà da gennaio. Ribadito invece che ci saranno «cifre severe per gli enti locali» il che tradotto dignifica una sforbiciata ai trasferimenti che sarano però recuperati da Comuni e Regioni con una maggiore libertà impositiva. Ovvero possibilità di aumentare l'addizionale e via libera a tasse di scopo. Inoltre ieri è stato firmato l'accordo con l'Anci per il decentramento del catasto ai Comuni. Vediamo in dettaglio l'ultimo ventaglio di misure messe a punto. Come cambia l'Irpef - Rimodulazione degli scaglioni di reddito. Aliquota del 43% per i redditi superiori a 70.000 euro. L'aliquota del 23%, che si applica sui redditi più bassi, rimane ferma. Si torna al vecchio regime degli sconti fiscali che erano stati sostituiti dal precedente governo con le deduzioni. L'effetto sarà quello di una minore tassazione sotto i 40.000 euro. Resteranno così quattro aliquote: oltre a quelle del 21 e del 23%, sono confermate l'aliquota al 41% per i redditi dai 45 fino a 70 mila euro e al 43% per quelli che superano tale tetto. Gli assegni familiari dovrebbero raggiungere anche i 2.500 euro a figlio. Sale la no tax area - Da 7.500 a 8.000 euro per i lavoratori e da 7.000 a 7.500 euro per i pensionati. Tassazione rendite al 20% - Unificata l'aliquota che variava dal 12,5% dei Bot al 27% dei conti correnti. Tassa di successione — Sembra tramontata. Studi settori - Verifiche ogni 3 anni dagli attuali 4. Possibile anche un innalzamento della platea dei soggetti dagli attuali 5,1 milioni di euro di fatturato a 7,5 milioni. Supertassa per i Suv - Mentre non pagherà il bollo per 5 anni chi acquista dal primo gennaio un'auto Euro4. Sanità - Ticket sulle prestazioni non urgenti al pronto soccorso; i ticket su diagnostica e specialistica da 36 euro a 40-41 euro. Nessun ticket sul Day Hospital. Torna il ticket sulle ricette per le Regioni che hanno sforato il tetto della spesa farmaceutica. Pensioni - Tre sole uscite annue. Prelievo del 3% per le pensioni più alte. Aumento dei contributi per i lavoratori parasubordinati e per gli autonomi (per artigiani dal 17,6% a circa il 20%). L'incremento spalmato in 2 anni. Pubblico impiego - Sarà assunto un lavoratore ogni 4 o 5 uscite. Per il rinnovo dei contratti l'ultima offerta del governo è di 1,2 miliardi contro una richiesta dei sindacati di 3,7 miliardi. Stop vendita alcool - Divieto di bevande alcoliche ai minorenni. Casa, verso polizza anticalamità — È l'assicurazione obbligatoria per coprire i privati dai danni dovuti a calamità naturali. Caserme e fari in concessione a privati - Niente cartolarizzazioni nè vendite ma concessioni lunghe, fino a 50 anni. Giro di vite su spese - Taglio del 10% dei dirigenti dei ministeri; diminuzione del 6% dei consumi.

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