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Il rapporto dell'intellegence americana

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Sono alcune delle conclusioni del National Intelligence Estimate (Nie), un rapporto dei servizi americani di cui l'amministrazione Bush ha appena fatto pubblicare alcuni estratti. L'ufficio del direttore nazionale dell'Intelligence, John Negroponte, ha diffuso quattro pagine di brani declassificati del rapporto, che raccoglie le conclusioni sulle tendenze del terrorismo globale condivise dagli analisti delle 16 agenzie federali che formano la comunità d'intelligence americana. L'Iraq — afferma il rapporto — «è diventata la «causa celebre» per jihadisti, alimentando un profondo risentimento per il coinvolgimento degli Usa nel mondo musulmano e allevando sostenitori per il movimento jihadista globale». Il jihadismo iracheno viene identificato come uno dei quattro fattori che stanno alimentando il radicalismo islamico nel mondo. Gli altri sono le lamentale radicate nel mondo musulmano riguardo «corruzione, ingiustizia, e la paura della dominazione dell'Occidente, che conducono a rabbia, umiliazione e un senso di impotenza»; il «ritmo lento» delle riforme politiche, economiche e sociali in molti Paesi a maggioranza musulmana; i sentimenti antiamericani diffusi tra molti musulmani, «che i jihadisti sfruttano». Tutte le fonti a disposizione dell'intelligence americana — sostiene il rapporto — indicano che «gli attivisti che identificano se stessi come jihadisti, sebbene siano una piccola percentuale di musulmani, stanno aumentando sia come numero, sia come diffusione geografica». Il nuovo movimento jihadista, per la Cia e le altre agenzie, «è decentralizzato, privo di una strategia globale coerente e sta diventando più diffuso. Nuove reti e cellule jihadiste con un'agenda antiamericana sono destinate con sempre più probabilità a emergere. La confluenza di obiettivi condivisi e protagonisti disseminati renderà più difficile trovare e smantellare i gruppi jihadisti». L'Europa viene vista con preoccupazione dall'intelligence di Washington. Secondo i servizi Usa, i fautori della «guerra santa» considerano il Vecchio Continente «un'area importante per attaccare gli interessi occidentali». Stando al rapporto, «i network estremisti all'interno della diffusa diaspora musulmana in Europa facilitano il reclutamento e la preparazione di attacchi urbani, come dimostrato dagli attentati del 2004 a Madrid e del 2005 a Londra».

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